La Nuova Sardegna

Olbia

Punto nascita, il ministero: «Prima la sicurezza»

Punto nascita, il ministero: «Prima la sicurezza»

La Maddalena, tra i punti critici: organico incompleto, sala operatoria non a norma, poco sangue

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LA MADDALENA. C’è un perché, anzi ce ne sono sette dietro il no con riserva del ministero della Salute alla riapertura del Punto nascita. Il servizio era stato sospeso per numero insufficiente di parti. Sotto i 500 la legge sopprime i Punti nascita. La Regione ha presentato richiesta di deroga dopo un anno di pressioni da parte della comunità maddalenina. Da Roma è arrivato un ni che lascia una porta aperta. Perché diventi un sì c’è però un lungo elenco di cose da fare al Paolo Merlo: più personale, più sangue, più strumentazione. Tutte cose note da tempo. A “scoprire” il documento con le “prescrizioni” inviato dal Governo alla Regione è stato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Roberto Li Gioi che ha presentato richiesta di accesso agli atti. ««Son ben sette le carenze sottolineate nel documento – spiega Li Gioi -. Sette bacchettate che ben descrivono le motivazioni per le quali il Ministero ha le mani legate nella concessione di una deroga permanendo le attuali condizioni di insicurezza».

In queste settimane si è sempre parlato del diniego al Punto nascita senza che nessuno abbia però mai mostrato le carte. «Sono diversi i rilievi mossi alla nostra Regione ed evidenziati nella missiva: in primo luogo l'assenza di un organico completo, in grado di garantire la guardia 24 ore su 24; è presente una sola sala travaglio/parto; la sala operatoria non è a norma; gli esami di laboratorio non sono garantiti 24 ore su 24; le apparecchiature per eseguire TC e RMN non sono utilizzabili h24; per la gestione del sangue, il Punto nascita dispone di una frigoemoteca con sei unità di sangue per le emergenze (le urgenze e le richieste programmate vengono inviate al Centro trasfusionale di Olbia e il tempo minimo per la disponibilità di sangue in elicottero è di un'ora e mezza, in ambulanza due ore e mezza); è presente un unico ambulatorio utilizzato per fare accettazione, visite, ecografie. Sono queste le reali motivazioni per cui il Punto nascita non può essere riaperto». Perché la deroga possa essere concessa, come più volte sottolineato dai medici dell’ospedale isolano e dalle associazioni che difendono la struttura sanitaria, serve mettere in sicurezza l'ospedale. «Il ministero ha dato alla Regione un'ulteriore possibilità per poter adeguare il Punto nascita isolano agli standard previsti. Le dichiarazioni dell'assessore Nieddu che liquidò la risposta del Governo parlando di estenuante rimpallo con un'ulteriore richiesta di approfondimenti, sono completamente infondate oltre che un tentativo di minimizzare la gravità della situazione». (se.lu.)

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