La “Pasticceria Fois” tra cheesecake e rilancio
di Paolo Ardovino
A soli 22 anni, Bruno è il nuovo titolare dell’attività di famiglia nata nel ’94: «Progettiamo di allargarci»
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OLBIA. «Sì, penso proprio di essere il titolare più giovane, a Olbia». Nessuna spocchia, piuttosto Bruno Fois sprizza orgoglio da tutti i pori. Ventidue anni, capelli in ordine e savoir-faire da padrone di casa. La sua è una storia di famiglia. Nel 1994 nasce la “Pasticceria Fois”: in principio sono papà Pasqualino e mamma Maria. La pasticceria di via Barcellona è di quelle semplici, un piccolo angolo vendita con un bancone lungo e colorato e dietro le quinte il laboratorio. «Ma al giorno d’oggi, per non essere costretti a chiudere, bisogna stare al passo coi tempi», dice Bruno. E a dettare l’evoluzione sono i figli, Bruno, appunto, e Agnese, di due anni più grande. Lui si occupa della parte amministrativa («le scartoffie noiose»), e lei mette le mani in pasta.
«Abbiamo rinnovato macchinari, sistemi di produzione, ricerca delle materie prime e lavoriamo anche su una diversa immagine, più attuale», prosegue Bruno. Parla di un’azienda smart e di compiere uno switch alla pasticceria di casa. Sì, sicuramente la generazione di oggi parla una lingua diversa. Il passaggio di consegne sta avvenendo negli ultimissimi anni. «Quest’ultima annata non è forse la più incentivante, eppure il progetto è di allargarci, trovare un nuovo locale. Mi piace l’idea di una caffetteria», rimarca Bruno. La sorella è più timida, il padre guarda sornione e la madre ammette: «Lui e Agnese sono affiatati, sono orgogliosa di loro».
Pasqualino si occupa di forno e impasti, Maria dei dolci tradizionali, Agnese di torte e cheesecake, «e io del lato della gestione e delle consegne», spiega Bruno, che ha studiato aeronautica all’istituto “Deffenu” e completato gli studi in ingegneria, prima di virare totalmente verso un’altra strada. «È vero, non era scontato, ma io e mia sorella non volevamo far morire la nostra tradizione, e poi siamo cresciuti in questa pasticceria. È il nostro mondo».
«Abbiamo rinnovato macchinari, sistemi di produzione, ricerca delle materie prime e lavoriamo anche su una diversa immagine, più attuale», prosegue Bruno. Parla di un’azienda smart e di compiere uno switch alla pasticceria di casa. Sì, sicuramente la generazione di oggi parla una lingua diversa. Il passaggio di consegne sta avvenendo negli ultimissimi anni. «Quest’ultima annata non è forse la più incentivante, eppure il progetto è di allargarci, trovare un nuovo locale. Mi piace l’idea di una caffetteria», rimarca Bruno. La sorella è più timida, il padre guarda sornione e la madre ammette: «Lui e Agnese sono affiatati, sono orgogliosa di loro».
Pasqualino si occupa di forno e impasti, Maria dei dolci tradizionali, Agnese di torte e cheesecake, «e io del lato della gestione e delle consegne», spiega Bruno, che ha studiato aeronautica all’istituto “Deffenu” e completato gli studi in ingegneria, prima di virare totalmente verso un’altra strada. «È vero, non era scontato, ma io e mia sorella non volevamo far morire la nostra tradizione, e poi siamo cresciuti in questa pasticceria. È il nostro mondo».