La Nuova Sardegna

Olbia

Ragazzi e assembramenti il centro è zona “franca”

Ragazzi e assembramenti il centro è zona “franca”

Sabato centinaia di giovanissimi si sono ritrovati in piazza Mercato e dintorni I residenti delle Piramidi: «Alcol, degrado e poche mascherine: abbiamo paura»

01 marzo 2021
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OLBIA. Il “liberi tutti”, almeno per centinaia di minorenni, soprattutto nel centro di Olbia è arrivato ben prima che la dichiarazione di Sardegna zona bianca per il rischio Covid fosse ufficiale. Sabato pomeriggio, chi li ha visti arrivare in piazza Mercato e dintorni e poi entrare e uscire da negozietti e supermercati con buste piene di bottiglie di birra, gin e limonata ha cominciato a preoccuparsi. «Facevano paura, anche perché la maggior parte di loro non aveva la mascherina – racconta una professionista che ci si è imbattuta mentre percorreva per lavoro le vie del centro, fin lì semideserte – Si muovevano in gruppi numerosi, ragazzi e ragazze molto giovani, 13-16 anni, e quando si incontravano, si abbracciavano, si baciavano, facevano selfie collettivi, senza alcuna precauzione. Mi sono chiesta: ma se uno di loro ha il coronavirus che cosa succede? Si contageranno tutti e porteranno il Covid nelle loro famiglie? A loro, i ragazzi, il virus forse può fare poco. Ma loro possono fare danni irreparabili contagiando a loro volta persone più fragili. Poveri i loro nonni. Mi chiedo se le famiglie si rendano conto di che cosa fanno i loro figli».

Se lo chiedono, tra rabbia e rassegnazione, anche i condomini del complesso Le Piramidi, adiacente al parcheggio a pagamento al quale si accede da via Acquedotto, immediatamente alle spalle dell’istituto tecnico Panedda.

«Sabato sera – racconta domenica mattina alla “Nuova” un residente (che si presenta con nome e cognome ma che chiede di ometterli perché teme rappresaglie) –, è stato un inferno. I ragazzini erano centinaia, qui, nel parcheggio e nella gradinata del condominio. Senza protezioni, bevevano, urlavano, spaccavano bottiglie. Mia moglie e mia figlia, che erano andate a fare la spesa, hanno avuto paura a rientrare a casa. Sono andati avanti così per tutta la sera, fino all’ora del coprifuoco e oltre. Proprio a cavallo delle 22, ci sono stati gli episodi più gravi. Diversi ragazzi, ubriachi, hanno spaccato il bocchettone dell’antincendio, lo hanno gettato per terra e si sono aggrappati ai cavi. Questa mattina, qui intorno era una distesa di bottiglie di birra e superalcolici rotte, bicchieri. Oltre – chiedo scusa – a chiazze di urina e altro. È così tutti i fine settimana, da molto tempo, ma con il lockdown sembrava finita. Ora qui alle Piramidi, in piazza Mercato, in via Acquedotto, alle mura puniche, è ricominciato tutto da capo. Ieri sera, forse perché hanno sentito che la Sardegna diventa zona bianca, c’erano ragazzi e ragazze scatenati ovunque. Non possiamo vivere in queste condizioni. Né possiamo rischiare che in questo modo si possano diffondere i contagi».

Visto da piazza Mercato, dalle Piramidi e dalle vie intorno, a poche decine di metri dalle luci e dalle vetrine di corso Umberto, il centro cittadino più che una zona bianca sembra una zona franca. Le proteste dei residenti sono da anni una costante. Le notti dell’era pre-Covid, soprattutto nei fine settimana estivi, raccontano di baldorie, schiamazzi, alcol, droga, bottiglie spaccate, degrado, risse finite nel sangue. L’ultimo sabato sera ha fatto ripiombare centinaia di famiglie nell’incubo. «Siamo di nuovo punto e a capo – spiega un capofamiglia del condominio di via Acquedotto –. Le forze dell’ordine controllano ma quando vanno via tutto ricomincia. Servono presìdi permanenti. Noi abbiamo cercato il colloquio con i giovani ma non è servito, poi siamo passati alle denunce e non è servito neanche questo, ora non denunciamo più, molti si sono rassegnati, alcuni hanno messo in vendita la casa e vogliono andarsene». (a.se.)

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