La Nuova Sardegna

Olbia

Sa Testa, c’è una petizione per salvarlo dai capannoni

di Serena Lullia
Sa Testa, c’è una petizione per salvarlo dai capannoni

Il Cipnes intende realizzare un polo turistico-nautico-ricettivo nel promontorio Venti ettari vergini ceduti dal Comune al Consorzio sono aree di pregio nel Puc

03 aprile 2021
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OLBIA. Chi non la conosceva è andato a vedere quella porzione di Cala Saccaia miracolosamente sfuggita al cemento. E quei 20 ettari che dalla spiaggia della vecchia dogana, davanti al faro di Isola Bocca, si arrampicano sul promontorio di Sa Testa. Un sopralluogo anche alla scoperta del sentiero scavato tra lentischi, mirto e ginestre, che porta a Pittulongu. Ma soprattutto per capire come mai il Comune li abbia ceduti al Consorzio industriale dando l’ok a farne un polo turistico-ricettivo-nautico. Chi invece ama già quell’area ha lanciato una petizione on line per dire no al progetto del Cipnes. «Per ora è una idea ma concreta – ha detto il presidente del Consorzio Gianni Sarti –, destinata a riqualificare un’area degradata, a creare servizi e generare posti di lavoro. E che va di pari passo con le scelte del Comune». Che però quei terreni li aveva classificati nel piano urbanistico come pregiati e da tutelare. In municipio le bocche restano sigillate. Ma c’è chi in maggioranza confessa di aver scoperto del via libera della giunta all’ampliamento della zona industriale solo dai media.

Accordo Comune-Cipnes. Le parole del presidente Sarti, sull’esistenza di una intesa tra l’ente di Cala Saccaia e l’amministrazione Nizzi sono tutte vere. Lo confermano le due delibere gemelle degli enti che recepiscono l’accordo con cui il Comune cede 20 ettari al Cipnes a Sa Testa e il Consorzio restituisce all’ente locale 8 ettari di Tilibbas, di fatto già in area urbana. «Presso la sede del comune di Olbia e la sede del Consorzio industriale provinciale si sono tenuti appositi incontri istruttori tra le rispettive rappresentanze tecniche e amministrative – si legge nei documenti – finalizzati a concordare e codeterminare il contenuto della procedura propositiva di riperimetrazione del comprensorio urbanistico produttivo consortile. Ciò allo scopo di escludere da tale sovraordinato strumento urbanistico consortile una porzione territoriale apprezzata di interesse urbano (Tilibbas) nonché di ampliare contestualmente la zona industriale consortile per una superficie di 199mila metri quadrati da destinare al completamento del processo di insediamento produttivo nel settore cantieristico-nautico». Accordo votato dalla giunta comunale e dal consiglio del Cipnes. Fedele Sanciu, che siede al Consorzio come rappresentante del comune di Buddusò ha fatto mettere a verbale la sua posizione critica e non ha partecipato al voto, come da indicazione del sindaco Massimo Satta.

La petizione, Il Comitato per l’Ambiente, propositore della petizione chiede di sostenere la raccolta firme con motivi che mettono insieme l’amore per la natura, la difesa della storia e dell’identità. «Si vuole cancellare l'ultima parte rimasta intatta di Cala Saccaia coprendola con venti ettari di capannoni. La giustificazione: si tratta di una zona degradata, ma non è affatto così. Cala Saccaia è un piccolo tesoro naturalistico: La natura vive rigogliosa, a Cala Saccaia, nonostante l'essere umano: fiori, animali selvatici, ginepri, ginestre e tante altre specie creano un ambiente particolare e molto suggestivo. Poi ci sono ruderi storici che ci riportano indietro nel tempo, come il vecchio fortino della seconda guerra mondiale che è incluso nell'allargamento e la vecchia dogana che è poco più in là. Questa zona è una delle poche aree vicine alla città dove ci si può immergere nella natura senza dover per forza allontanarsi dal centro urbano: ha un percorso ciclo-pedonale segnato che porta direttamente a Pittulongu, percorso dalla bellezza mozzafiato. Non ci sono scuse per distruggere questo paradiso a due passi dalla città. Lo dobbiamo salvaguardare».

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