Chiusa dopo 40 anni la “causa Pisano”
di Angelo Mavuli
Aggius, la Regione mette i 600mila euro che mancavano per aiutare il Comune
04 aprile 2021
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AGGIUS. Il Comune di Aggius chiude una causa tributaria vecchia di 40 anni e scongiura un grave danno economico per le sue casse. Un risultato raggiunto grazie all’assessore regionale Andrea Biancareddu e confermato dal sindaco Nicola Muzzu che ha avuto parole di riconoscenza «oltre che per l’assessore Biancareddu, anche per l’intera giunta regionale».
A raccontare e ricordare la vicenda è proprio l’assessore. «Tempo fa - racconta Biancareddu -, ero stato sollecitato dall’assessore ai Lavori pubblici di Aggius, Giovanni Andrea Ciboddo e dal sindaco Nicola Muzzu, per intervenire su una problematica che assillava il paese da lungo tempo. L’amministrazione comunale, nel caso specifico, rischiava di avere grossi problemi di cassa in seguito ad una sentenza della Corte D’Appello che, al termine di una diatriba ormai quarantennale definita ad Aggius “Causa Pisano”, disponeva la liquidazione agli eredi Pisano, da parte del Comune, di un milione e 189 mila euro, suddivisi in tre annualità. La sentenza è diventata definitiva il 25 giugno scorso con il pronunciamento della Corte D’Appello, della sezione di Sassari che obbligava il Comune a chiudere subito la causa liquidando agli eredi della “Causa Pisano” quanto era dovuto. Alla data di scadenza del pagamento della somma però, nelle casse comunali mancavano 625 mila euro, erogabili dalla Regione solo nel prossimo mese di maggio con ulteriori diatribe e spese. Appena messo al corrente di quanto era successo dagli amministratori aggesi, immediatamente ho reso partecipe del problema non solo il mio gruppo consiliare ma l’intero consiglio regionale che ha recepito la mia segnalazione. In Finanziaria, infatti - racconta ancora l’assessore regionale -, siamo riusciti ad ottenere la somma che poi la giunta regionale ha assegnato immediatamente a favore del Comune di Aggius. Ritengo giusto e doveroso - dichiara ancora Biancareddu -, che gli assessori regionali siano sensibili alle esigenze dei territori. In questo modo e con questi atteggiamenti, infatti, credo che l’esecutivo regionale possa davvero essere punto di riferimento per tutte le amministrazioni locali, qualunque sia la loro appartenenza politica».
A raccontare e ricordare la vicenda è proprio l’assessore. «Tempo fa - racconta Biancareddu -, ero stato sollecitato dall’assessore ai Lavori pubblici di Aggius, Giovanni Andrea Ciboddo e dal sindaco Nicola Muzzu, per intervenire su una problematica che assillava il paese da lungo tempo. L’amministrazione comunale, nel caso specifico, rischiava di avere grossi problemi di cassa in seguito ad una sentenza della Corte D’Appello che, al termine di una diatriba ormai quarantennale definita ad Aggius “Causa Pisano”, disponeva la liquidazione agli eredi Pisano, da parte del Comune, di un milione e 189 mila euro, suddivisi in tre annualità. La sentenza è diventata definitiva il 25 giugno scorso con il pronunciamento della Corte D’Appello, della sezione di Sassari che obbligava il Comune a chiudere subito la causa liquidando agli eredi della “Causa Pisano” quanto era dovuto. Alla data di scadenza del pagamento della somma però, nelle casse comunali mancavano 625 mila euro, erogabili dalla Regione solo nel prossimo mese di maggio con ulteriori diatribe e spese. Appena messo al corrente di quanto era successo dagli amministratori aggesi, immediatamente ho reso partecipe del problema non solo il mio gruppo consiliare ma l’intero consiglio regionale che ha recepito la mia segnalazione. In Finanziaria, infatti - racconta ancora l’assessore regionale -, siamo riusciti ad ottenere la somma che poi la giunta regionale ha assegnato immediatamente a favore del Comune di Aggius. Ritengo giusto e doveroso - dichiara ancora Biancareddu -, che gli assessori regionali siano sensibili alle esigenze dei territori. In questo modo e con questi atteggiamenti, infatti, credo che l’esecutivo regionale possa davvero essere punto di riferimento per tutte le amministrazioni locali, qualunque sia la loro appartenenza politica».
