Covid, a Olbia cresce ancora il numero dei positivi: ora sono 600
Il sindaco Nizzi lancia l'allarme e invita alla vaccinazione: «Troppe persone non si presentano all'hub»
OLBIA. La curva dei contagi da Covid 19 continua a crescere. E preoccupa davvero. Il numero dei positivi aumenta con una media di 30-50 casi al giorno. In città si è arrivati a 600, mai così tanti da inizio pandemia.
1200 le persone in quarantena, ma il dato non fotograferebbe la reale situazione.
Ad affermarlo è il sindaco Settimo Nizzi nell'aggiornamento in videoconferenza con i giornalisti: «Abbiamo notizie di altri contagiati che però non risultano nell'elenco Ats-Mater - aggiunge il primo cittadino -. Questo ci induce a pensare che forse è arrivato il momento di essere più severi nelle misure di controllo. Ho chiesto a tutti di stringere un pochino le maglie, di essere un po’ più tranquilli e di limitare per quanto possibile i contatti. Ma vediamo i numeri che sono in continua crescita e non riusciamo a contenerli».
Nizzi sottolinea poi la scarsa partecipazione, pari a 50%, dei sessantenni alla vaccinazione. «Così non va bene. Si mette a rischio l'immunizzazione della città».
L’impennata dei positivi è reale. «In quattro giorni siamo passati da 530 a 600 contagi – aggiunge il primo cittadino -. La media è di 30-50 nuovi casi al giorno. E ad ammalarsi sono persone giovani e in buona salute».
Nizzi insiste poi sull’importanza della vaccinazione: «Buona parte dei soggetti sani che possono fare AstraZeneca non si presentano e questo lo ritengo inaccettabile – aggiunge Nizzi -. Sollecito i nostri concittadini perché chi è di turno per ricevere la dose, vada all’hub. Non possiamo permetterci questo lusso e AstraZeneca è sicuro. In Inghilterra hanno vaccinato tutta la popolazione e senza chiederglielo. E loro stanno tornando a vivere e stanno riaprendo tutto».
Il sindaco dà poi alcuni numeri dell'astensione. «Abbiamo 800 ultraottantenni, circa il 30%, che non sono andati a vaccinarsi. Da una parte perché hanno paura, dall’altra perché non vengono accompagnati o aspettano che il medico di medicina generale glielo faccia a casa. Ma non essendo partita la campagna a domicilio i medici possono solo predisporre le schede dei pazienti, presentarsi all’hub e chiedere le dosi - conclude Nizzi -. Gli ultra 70enni sono stati vaccinati con la prima dose per il 60%. Solo il 50% degli ultra 60enni».