La Nuova Sardegna

Olbia

Catturato e ucciso a 20 anni, l’Anpi non dimentica il partigiano olbiese Luigi Mulargia

Dario Budroni
Catturato e ucciso a 20 anni, l’Anpi non dimentica il partigiano olbiese Luigi Mulargia

Al giovane antifascista è dedicata una via, ma pochi conoscono la sua storia 

24 aprile 2021
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Lo avevano colpito in battaglia sui monti toscani. Luigi Mulargia sapeva bene che la morte, per lui, sarebbe presto arrivata. «Fuggite, per me è finita, mettetevi in salvo» aveva gridato, ferito, ai suoi compagni di brigata. Poi arrivarono i fascisti. Lo catturarono e lo uccisero. Era il mese di aprile del 1944 e Mulargia aveva solo vent’anni. Gli amici, per ricordare il suo sacrificio, gli dedicarono una brigata partigiana. Ma a Olbia, città in cui era nato, la sua storia non la conosce praticamente nessuno. «Sono tanti i galluresi che combatterono il nazifascismo di cui però, spesso, si sa poco o nulla. Stiamo lavorando per riscoprire le loro storie. Parliamo di ragazzi che hanno agito con coraggio rimettendoci anche la vita», spiega Domenico Piccinnu, il presidente dell’Anpi Gallura.

Partigiano olbiese. Mulargia nacque a Olbia nel 1924. Più tardi si trasferì con la famiglia a Bonorva e poi si arruolò in marina nel 1941. Dopo l’armistizio giunse in Versilia, in Toscana, per cercare un imbarco per la Sardegna. Ma qui entrò in contatto con il partigiano Gino Lombardi ed entrò nei Cacciatori delle Apuane, prendendo parte alle primissime azioni di resistenza nella zona. «Il 17 aprile 1944 il suo gruppo viene intercettato sul Monte Gabberi da un rastrellamento – si legge sulla pagina Facebook della sezione Anpi Gino Lombardi Versilia -. Il combattimento fu lungo e disperato ma alla fine i Cacciatori riuscirono a spezzare l'accerchiamento, a scapito purtroppo dell'uccisione di Mulargia che, ferito e impossibilitato a fuggire, continuò a sparare fino all'esaurimento delle munizioni. Dopodiché venne preso e torturato per sapere i nomi dei compagni. Mulargia non parlò e venne finito a calci, gli vennero mozzate le orecchie e fu impedito alla popolazione di seppellirlo. Per mantenere vivo il ricordo e il sacrificio di questo coraggioso giovane combattente per la libertà, fu dato il suo nome a una brigata delle unità partigiane apuane, la Brigata Garibaldi Luigi Mulargia». A parte lui, ci fu anche un altro olbiese di 19 anni, Mario Farina, che diventò partigiano e che poi morì. Lo uccisero i nazisti vicino Gorizia e di lui, nel 2013, si parlò a Olbia durante la presentazione del libro «Pitzinnos Pastores Partigianos».

La memoria. In Toscana il sacrificio di Mulargia è stato ricordato in più occasioni. A Olbia, in zona San Nicola, c’è invece una via che porta il suo nome. «Gli fu dedicata perché risultava come caduto in guerra, ma nessuno sapeva che fosse un partigiano» spiega Domenico Piccinnu. Solo i suoi familiari, sparsi in diversi centri dell’isola, custodiscono la sua storia. A Olbia, invece, c’è persona che vorrebbe saperne di più. Si chiama Salvatore Langiu, anche lui iscritto all’Anpi: «Mi sto interessando alla sua figura e sto conducendo una piccola ricerca. Penso che sia una storia importante da riscoprire».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sini
Le nostre iniziative