La Nuova Sardegna

Olbia

Fiumi esondati nel novembre 2013, le difese smontano le accuse

Fiumi esondati nel novembre 2013, le difese smontano le accuse

OLBIA. Le difese vanno all’attacco della Procura contro capi d’imputazione generici e con errori nell’attribuzione delle competenze agli imputati. L’ha rimarcato più volte nella sua lunga discussione...

11 maggio 2021
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OLBIA. Le difese vanno all’attacco della Procura contro capi d’imputazione generici e con errori nell’attribuzione delle competenze agli imputati. L’ha rimarcato più volte nella sua lunga discussione l’avvocato Pietro Diaz, difensore dell’ex dirigente del settore urbanistica del comune di Olbia, Costantino Azzena, accusato di omicidio colposo plurimo insieme all’ex vice sindaco Carlo Careddu, all’ex assessore ai Lavori pubblici Davide Bacciu e ad altre sei persone. Il procedimento penale, in fase di udienza preliminare, riguarda l’esondazione dei fiumi Siligheddu, Gadduresu e Ua Niedda nell’alluvione del 18 novembre 2013 che provocò la morte, in città, di sei persone.

Diaz ha evidenziato come Azzena non si sia mai occupato delle opere incriminate, perché non rientrava nelle sue competenze, e come, in ogni caso, le opere di cui si parla nel capo d’imputazione risalgano a decenni prima. Il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste è stato sollecitato per i suoi assistiti anche dall’avvocato Paola Palitta, difensore dell’ex dirigente del settore tecnico Mauro Scanu e di Sergio Usai, in qualità di responsabile del procedimento per i lavori di sistemazione del rio Siligheddu. Anche il legale ha evidenziato genericità ed errori nelle competenze nei capi d’imputazione. Scanu è accusato di non aver installato la barriera nel canale di via Belgio dove finì l’auto condotta da Enzo Giagoni, provocando la morte di Patrizia Corona e della piccola Morgana. Il difensore ha evidenziato come a Scanu non sia mai arrivata nessuna comunicazione di pericolo per quel canale, né per nessun altro canale della città, e che comunque le omissioni non possono essere attribuite a lui che ha ricoperto quell’incarico fino al 2011, due anni prima dell’alluvione. Ha rimarcato infine l’estraneità ai fatti contestati anche per Usai, «che ha assolto al suo compito secondo legge». Si prosegue il 7 giugno, la parola ancora alle difese. (t.s.)

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