La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, crac del Geovillage: «Il direttore Carta regista occulto della turbativa»

Tiziana Simula
Olbia, crac del Geovillage: «Il direttore Carta regista occulto della turbativa»

Per il Gip del tribunale di Tempio il dirigente del Cipnes avrebbe avuto un ruolo preminente volto ad avvantaggiare i Docche

28 maggio 2021
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OLBIA. Il gip del tribunale di Tempio che lo ha sospeso per un anno dalle funzioni di direttore del Cipnes, lo definisce “il regista occulto di tutta la vicenda”. Colui che, insieme a Gavino Docche, metteva in atto una serie di condotte per rallentare e impedire l’attivazione del bando di gara per la vendita del Geovillage.

L’accusa. Nell’ordinanza firmata dal giudice Caterina Interlandi emerge con forza il ruolo di Aldo Carta quale “dominus”, insieme al patron del Geovillage, della complessa operazione volta – stando alle accuse – a riportare il compendio nelle mani dei Docche. Una posizione di preminenza data dal suo ruolo dirigenziale del Consorzio industriale che gli verrebbe riconosciuta, come emerge da diverse intercettazioni, dagli altri indagati che lo indicano come «elemento essenziale per la tutela dei Docche e il blocco dell’asta». Per questo il gip che doveva decidere sulla misura interdittiva chiesta dal procuratore Gregorio Capasso e dal sostituto Mauro Lavra, titolari dell’inchiesta, ha accolto la richiesta di sospensione condividendo le accuse nei confronti del direttore del Cipnes.

L’interrogatorio. Accuse che non si sono alleggerite dopo il suo interrogatorio in quanto, secondo il gip, Carta non avrebbe chiarito alcuni aspetti ritenuti importati dall’accusa, tanto da ritenere necessaria la sospensione per evitare che proseguisse nella sua condotta illecita. La tesi della Procura è che dal 2016, anno in cui il tribunale decretò il fallimento della Sviluppo Olbia, presieduta da Gavino Docche, l’asta giudiziaria del Geovillage sia stata rallentata e condizionata dallo stesso Docche e il presidente del Cipnes attraverso una serie di azioni e operazioni finalizzate ad assicurare la permanenza dei Docche alla guida della struttura. Secondo il gip nel corso di questi cinque anni il Cipnes non avrebbe attivato nessuna interlocuzione sostanziale con la curatela per condividere criteri e modalità per mettere sul mercato il compendio. Si fa anche riferimento alla pubblicazione della manifestazione di interesse pubblicata sul sito del Cipnes allo scadere della gestione del Geovillage da parte della Real Effegì (31 dicembre 2020), annuncio definito come «una sfida alla procedura fallimentare che aveva deciso di fare di concerto col Cipnes un bando pubblico». Così come si evidenziano i rapporti personali tra Carta e Gavino Docche, con l’interessamento del presidente del Cipnes nella ricerca di credito per Fabio Docche dopo il sequestro dei conti correnti della Real Effegì, cosa che avrebbe invece dovuto allertare il Cipnes .

La difesa. Aldo Carta, alla guida del Consorzio industriale da 29 anni, dal canto suo, rigetta ogni accusa e definisce la sospensione «un provvedimento abnorme e ingiusto». Ribadisce di avere sempre agito nell’interesse pubblico «e di avere negli anni sempre interloquito con la curatela per concertare percorsi giuridici e condividere soluzioni che salvaguardassero tutti gli interessi in gioco, compreso il recupero dei contributi erariali». Così come evidenzia il fatto che «dopo il fallimento della Sviluppo Olbia, nel 2016, i Docche hanno continuato a gestire il Geovillage non per volontà di Aldo Carta ma dello stesso tribunale, con un decreto del giudice e il consenso dei creditori».

Il Riesame. Mentre i suoi legali, Marzio Altana e Alessandro Gentiloni, preparano il ricorso al Riesame contro la sospensione, il 3 giugno si terrà l’udienza per chiedere il dissequestro di 12mila metri quadri del Geovillage riacquisiti dal Cipnes. Nello giorno i difensori di Gavino e Fabio Docche, gli avvocati Pietro Carzedda, Gianluca Tognozzi, Bruno Cuccu e Pasquale Ramazzotti, chiederanno al Riesame la revoca degli arresti domiciliari.

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