La Nuova Sardegna

Olbia

«Si decide sulla futura Zes ignorando i protagonisti»

«Si decide sulla futura Zes ignorando i protagonisti»

Idili (Cisl): scelta decisiva ma nessun confronto con parti sociali, aziende e sindaci La proposta: dentro anche aeroporto e alta Gallura, non solo il porto e il Cipnes

07 giugno 2021
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OLBIA. Mirko Idili lo dice in buone maniere ma la sostanza è dura: sulla Zes (e la sua perimetrazione), ovvero la Zona economica speciale che con i suoi benefici fiscali e agevolazioni potrebbe mettere il turbo alle aziende produttive del territorio, si sta giocando una strana partita che finora ha escluso imprese e sindacati, oltre ai comuni interessati. «Stupisce non poco – afferma il segretario territoriale della Cisl gallurese – che argomenti rilevanti come questo passino senza il minimo confronto con le parti sociali, i sindaci e i principali protagonisti economici del territorio». Della Zes gallurese, finora si è parlato alla Regione, in ambito Cipnes e all’Autorità di sistema portuale della Sardegna, che secondo le ultime indicazioni dovrebbe prendere in mano la questione. Chiunque sia a occuparsene, dice nella sostanza Idili, non può andare avanti per conto proprio. Il sindacato, per esempio, ha idee ben precise sul da farsi. «Lo sviluppo territoriale della nascente provincia del Nord Est – spiega – passa dall’istituzione della Zona economica speciale. Laddove strumenti di questo tipo sono stati adottati, come i grandi distretti produttivi della Cina, hanno assicurato notevoli ricadute sull’economia territoriale in quanto si configurano quali zone di vantaggio che nascono per facilitare processi di sviluppo e di coesione economica e quindi creazione di nuova occupazione. Stimolare nuove occasioni all’indomani della pesante crisi dell’ultimo decennio aggravata dagli effetti nefasti della pandemia, risulta essere anche in Gallura la priorità. L’occupazione nella nostra realtà ha registrato una pesante flessione, basti pensare che la scorsa estate si è iniziata la stagione con un -60% di assunzioni rispetto alla stagione precedente». Se queste sono le basi, le proposte sono conseguenti. Anche sulla perimetrazione della Zes, finora immaginata nelle aree industriali del Cipnes: Olbia, Monti e Buddusò. «Affinché si verifichino le piene condizioni di sviluppo – prosegue Idili – vanno inserite aree di particolare rilevanza strategica che a oggi non ci risultano essere incluse nell’attuale proposta di perimetro della frazione di Zes regionale che insisterebbe in Gallura. Includere come aree retroportuali quelle dell’alta Gallura e dell’aeroporto, ad esempio, consentirebbe di ridisegnare una geografia maggiormente coerente con l’idea di sviluppo omogeneo che serve a un territorio che viaggia a due velocità. Nel caso dell’alta Gallura, ad esempio, si darebbe una grande opportunità in termini di competitività alle aziende che operano nella filiera della lavorazione del sughero e del granito già pesantemente colpite dalla crisi del comparto». C’è un ultimo capitolo, quello dei tempi. O, meglio, del grande ritardo della Sardegna rispetto alle regioni del Mezzogiorno, che sul treno delle zone economiche speciali sono salite velocemente. «Se si va sul sito del ministero per il Sud – sottolinea il segretario territoriale della Cisl – si resta a bocca aperta: Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e Molise hanno già istituito le Zes. Considerato che le ricadute socio-economiche possono essere eccezionali, mettendo le nostre aziende in grado di competere alla pari con il resto del mondo, non si può perdere altro tempo». Sveglia per tutti, dunque, a cominciare dalla Regione. (a.se.)

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