La Nuova Sardegna

Olbia

Sequestrate 11 ville con piscina

di Tiziana Simula
Sequestrate 11 ville con piscina

Terrata-Sottomonte, sigilli dei carabinieri a beni per 10 milioni di euro. La Procura indaga 17 persone

09 giugno 2021
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GOLFO ARANCI. I sigilli nelle villette vista mare incastonate nella macchia mediterranea e impreziosite da piscine, sono scattati ieri mattina. Sotto sequestro preventivo undici lussuosi immobili del complesso residenziale “Ville del Golfo” nel paradiso della lottizzazione Torre Terrata -Sottomonte. Secondo l’accusa, ville con cantine trasformate in residenza e affittate durante l’estate, con patii chiusi con vetrate e aumenti di volumetrie del 30 per cento rispetto alla costruzione originaria in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Valore dei beni sequestrati 10 milioni di euro. Diciassette le persone indagate dal procuratore Gregorio Capasso, tra società proprietaria dei terreni (Torre Terrata), impresa costruttrice dei lavori (Comed costruzioni), direttori dei lavori che si sono susseguiti nel tempo e alcuni proprietari delle ville. Ipotesi di reato: “lottizzazione abusiva” con conseguente sequestro dei lotti incriminati. Alcuni indagati sono accusati anche di aver realizzato opere in assenza del titolo abilitativo valido, mentre al responsabile del servizio urbanistica del comune di Golfo Aranci, Giuseppe Pellegrino, il procuratore contesta l’abuso d’ufficio per aver rilasciato autorizzazioni edilizie per gli immobili ricadenti in aree a pericolosità idraulica molto elevata (Hi4) o nella fascia di inedificabilità «procurando così un ingiusto vantaggio patrimoniale alle società lottizzante e costruttrice, Torre Terrata e Comed costruzioni e ai vari acquirenti». La maxi lottizzazione sequestrata fa parte dello stesso piano di lottizzazione Torre Terrata-Sottomonte in cui sorge la villa del sindaco Settimo Nizzi – sotto sequestro per abusi edilizi – così come è la stessa l’impresa costruttrice, la Comed costruzioni.

Il blitz e tutti gli indagati. L’operazione “Paesaggio violato”, coordinata dal procuratore Capasso, particolarmente attento ai temi ambientali, ha visto sul campo i carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale (Tpc) di Cagliari, al comando del maggiore Paolo Montorsi, con la collaborazione dei colleghi del nucleo di Firenze e del reparto territoriale di Olbia. Con in mano il decreto di sequestro preventivo firmato dal gip Marco Contu, i carabinieri hanno messo i sigilli alle 11 ville, alcune ancora con lavori in corso, altre ultimate. Indagati il rappresentante legale della società proprietaria dei terreni Torre Terrata, Paolo Scaramuzzi, il rappresentante legale dell’impresa costruttrice Comed costruzioni, Luigi Guerri, i progettisti e direttori dei lavori Giorgio Derosas (nominato custode), Gottardo Virdis, Gesuino Ghiani, i proprietari Andrea Caponi, Roberto Musitelli, Marco Fischer, Vincenzo Panucci, Sabine Brigitte Kuebler, Thomas Paul Kuebler, Pietro Fraschina, Paola Sottoriva, Gerardo Migliaccio, Alina Pezzè, Oscar Sartori e il responsabile del servizio urbanistica del Comune, Giuseppe Pellegrino.

L’inchiesta. È cominciata nell’agosto 2019, nel corso di verifiche da parte dei carabinieri del Tpc nei cantieri edili ricadenti in aree che, per le loro bellezze naturali, sono state dichiarate di interesse pubblico dal Ministero della Cultura. I militari avevano rilevato che, all’interno di uno dei lotti del complesso residenziale, c’erano diverse ville le cui cantine erano state di fatto trasformate in locali abitabili o con opere abusive, come la chiusura dei patii con le vetrate.

Lottizzazione abusiva. Dagli ulteriori accertamenti, svolti con i funzionari della Soprintendenza di Sassari e con consulenti tecnici specializzati sotto il profilo urbanistico e idrogeologico, è emersa – questa l’accusa della Procura – l’esistenza di una vera e propria lottizzazione abusiva. Sarebbe stato cioè realizzato un complesso edilizio radicalmente diverso da quello inizialmente progettato e autorizzato, con conseguente trasformazione urbanistica di un territorio di particolare pregio e per questo tutelato da vincolo paesaggistico. Inoltre, dalla consultazione dei siti internet è emerso che alcuni dei locali interrati, abusivamente trasformati ad uso abitativo, venivano regolarmente affittati durante l’estate. «Il tutto – evidenzia il maggiore Montorsi –, in spregio delle più basilari norme edilizie e paesaggistiche e con grave pericolo in caso di calamità naturali, trattandosi di una lottizzazione in parte ricadente in un’area a pericolosità idraulica molto elevata (hi4), che coincide con l’alveo di un torrente. In merito a quest’ultimo aspetto sono state ipotizzate responsabilità penali anche per il rilascio da parte dell’amministrazione delle autorizzazioni edilizie, in assenza di uno studio di compatibilità idraulica regolarmente approvato».

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