La Nuova Sardegna

Olbia

Il M5s al sindaco: «Paladino della sanità, ma solo sui giornali»

Il M5s al sindaco: «Paladino della sanità, ma solo sui giornali»

OLBIA. Il Movimento 5 stelle non tende la mano al sindaco Settimo Nizzi sul fronte della vertenza sanità. Nessuna solidarietà e nessun percorso comune nella richiesta di commissariamento, come...

12 giugno 2021
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OLBIA. Il Movimento 5 stelle non tende la mano al sindaco Settimo Nizzi sul fronte della vertenza sanità. Nessuna solidarietà e nessun percorso comune nella richiesta di commissariamento, come sostenuto anche dal candidato sindaco della Grande coalizione, Augusto Navone. «Dopo mesi di denunce in cui abbiamo portato all’attenzione del consiglio regionale e del Consiglio comunale di Olbia le gravissime criticità di cui soffrono i nostri ospedali, il quadro della situazione non ha subito alcun miglioramento – dicono Robarto Li Gioi, Nardo Marino, Teresa Piccinnu e Roberto Ferinaio, rispettivamewnte consigliere regionale, deputato e consiglieri comunali di Olbia –. Tuttavia, ciò che oggi balza agli occhi sono i toni utilizzati dal sindaco Nizzi, che, da osservatore silenzioso si è trasformato in paladino della sanità cittadina, facendosi inaspettatamente portavoce del malcontento diffuso da anni. È evidente che, in vista delle elezioni amministrative, il primo cittadino abbia iniziato a cavalcare l’argomento più scottante sfruttando le dichiarazioni a mezzo stampa per la sua campagna elettorale, arrivando persino a dichiarare che la situazione in città è “talmente grave che i nostri concittadini in ospedale rischiano la vita».

«Il sindaco – aggiungono – farebbe bene a utilizzare tutti gli strumenti concreti che ha sempre avuto a disposizione per cercare di risolvere la situazione, come il filo diretto con il consiglio regionale, la sua vicinanza al presidente Solinas e alla sua maggioranza, nonché la sua amicizia con l’assessore regionale alla Sanità. Ma evidentemente la strada delle interlocuzioni serie e degli incontri faccia a faccia in Regione, non paga quanto un titolo sui quotidiani in termini di marketing elettorale».

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