La Nuova Sardegna

Olbia

Cantieri nautici sul mare ma Sa Testa è inedificabile

di Marco Bittau
Cantieri nautici sul mare ma Sa Testa è inedificabile

La Soprintendenza chiude la porta al progetto del Consorzio industriale Cipnes Gli ambientalisti: «Accolta la nostra tesi, era pura speculazione immobiliare»

13 giugno 2021
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OLBIA. La Soprintendenza per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio assesta un altro duro colpo al progetto di nuovi cantieri nautici e stabilimenti industriali con vista sul mare, nel promontorio di Sa Testa. E lo fa semplicemente ribadendo, se mai ci fosse ancora bisogno, che quell’area è tutelata e inedificabile.

Soddisfatti gli ambientalisti del Gruppo di intervento guridico che proprio alla Soprintendenza si erano appellati. La risposta dell’ente è giunta pochi giorni fa (protocollo 8546 dell’8 giugno 2021). In pratica gli ambientalisti avevano presentato lo scorso 12 maggio una istanza “di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti riguardo il preteso scambio di terreni fra il Comune di Olbia e il Consorzio industriale Cipnes, di cui fa parte lo stesso Comune, nel promontorio di Sa Testa”. Inequivocabile la risposta della Soprintendenza: «L’area è posizionata all’interno di un territorio di particolare pregio paesaggistico ed è interessata da una serie di vincoli di legge. Si tratta, infatti, di territori costieri compresi in una fascia di 300 metri dalla linea di battigia. L’area, infine, ricade nell’ambito di paesaggio costiero “Golfo di Olbia” del Piano paesaggistico regionale».

«La nota della Soprintendenza – riferisce Stefano Deliperi del Gruppo di intervento giuridico – conferma tutte le argomentazioni che abbiamo posto a base della richiesta annullamento in via di autotutela della delibera della giunta comunale di Olbia, la numero 45 del 25 marzo, in quanto adottata da un organo palesemente incompetente. Infatti, il Cipnes ha provveduto con una delibera dell’assemblea consortile il 1° aprile, mentre il Comune di Olbia ha provveduto con delibera della giunta municipale il 25 marzo “finalizzata alla revisione del perimetro territoriale oggetto del piano regolatore consortile della zona industriale di Olbia mediante lo stralcio di una porzione di 80metri quadrati a Tilibas e, contestualmente, procedere con l’ampliamento per cantieristica nautica e attività produttive da includere nella perimetrazione territoriale del Prt Asi consortile di Olbia per una superficie complessiva di 199 mila metri quadrati”. Tutto questo nella forma dell’accordo amministrativo». La tesi degli ambientalisti è che la “revisione del perimetro territoriale” rientrante nel piano consortile della zona industriale appartiene alla materia dei “piani territoriali ed urbanistici, programmi annuali e pluriennali per la loro attuazione” di competenza del consiglio comunale. «Per cui – dice Deliperi – siamo davanti a un atto adottato da un organo incompetente, quindi nullo».

Il cuore del problema resta comunque il vincolo paesaggistico che sottopone a un regime di tutela il promontorio di Sa Testa. «Il piano regionale – conclude il Gruppo di intervento giuridico – è strumento di pianificazione sovraordinato alla pianificazione urbanistica e a quella di settore, nonché immediatamente vincolante. L’area del promontorio di Sa Testa è ricca di macchia mediterranea, tutt’altro che zona degradata come qualcuno vorrebbe farla passare. Terreni sul mare, davanti al faro dell’Isola Bocca, dove c’è l’edificio storico della vecchia dogana. La realtà è che il Comune di Olbia ha “ceduto” 20 ettari di Sa Testa perché il Cipnes realizzi cantieri nautici, alberghi e ville, mentre il Consorzio industriale ha “ceduto” 8 ettari di area ormai nel centro urbano, a Tilibbas. In sostanza, un’operazione puramente speculativa, ma il quadro ora è chiaro: il promontorio di Sa Testa è inedificabile».

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