La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia: ok al restauro del rudere in spiaggia a Cala Saccaia, ma resta il no ai capannoni

di Serena Lullia
Il rudere di Cala Saccaia come è oggi e come sarà restaurato
Il rudere di Cala Saccaia come è oggi e come sarà restaurato

Via libera di Ufficio Tutela e Soprintendenza al progetto conservativo del privato. Prescrizioni severe: resterà magazzino e non sarà consentito nessun ampliamento

06 luglio 2021
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Sì al restauro del rudere sulla spiaggia della vecchia dogana, a Cala Saccaia, ma nessun allentamento delle misure di salvaguardia dell’area tutelata dal Ppr. Il via libera alla sistemazione del fabbricato con vista sul faro di Isola Bocca dovrà seguire le severissime prescrizioni di Comune, Ufficio tutela del paesaggio e Soprintendenza. Nessuno spazio di manovra per il progetto del Cipnes di issare capannoni industriali su quei terreni.

Sì con prescrizioni. L’edificio diroccato fronte mare non potrà cambiare destinazione d’uso. Resterà un magazzino-deposito. L’operazione di restyling permetterà alla Cala Saccaia investimenti di mettere in sicurezza il mini immobile cancellando la bruttura di finestre e ingressi murati in cemento. Un intervento di fortuna di qualche anno fa per evitare che l’edificio venisse trasformato in discarica o fosse occupato abusivamente.

Lungo l’elenco delle prescrizioni dell’Ufficio tutela che ha dato esito positivo alla richiesta del privato dopo tre anni di conferenze di servizi, dinieghi, osservazioni, modifiche al progetto. Non dovrà essere eseguita nessun’altra opera esterna al perimetro murario dell’edificio; il cantiere non dovrà creare alcuna alterazione permanente dei luoghi intorno al fabbricato che dovranno essere reintegrati interamente nelle loro attuali caratteristiche naturali. Nel caso in cui, in fase di restauro la direzione lavori dovesse rilevare criticità strutturali che portino alla variazione delle modalità costruttive, dovranno essere sospesi i lavori e dovrà esserne data immediata notizia per scongiurare demolizioni e crolli delle parti autentiche del manufatto.

Il restauro. Il restauro conservativo prevede il mantenimento della pietra a vista, l’inserimento di vetrate trasparenti nei punti in cui i muri sono crollati e gli infissi in legno. Dal punto di vista urbanistico l’Ufficio edilizia privata ha confermato il contenuto delle dichiarazioni autocertificative in materia urbanistico–edilizia presentate dai tecnici della Cala Saccaia investimenti. E ha dichiarato che l’intervento è consentito a condizione che la destinazione d’uso rimanga magazzino/deposito.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:olbia:cronaca:1.40469188:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.40469188:1654552602/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

No al rudere stazzo. Stroncato l’intervento di restauro del rudere di un vecchio stazzo, sempre della Cala Saccaia Investimenti, sul sentiero che dalla spiaggia della vecchia dogana porta a Pittulongu. La ricostruzione delle rovine prospettata dai tecnici della società trova la strada sbarrata. La proposta del privato era «la ricostruzione fedele dei muri in pietra e del tetto nel tipico stile stazzo gallurese». Il progetto includeva anche «il recupero del vecchio pavimento in cemento. Destinazione non abitativa, perché vietata dalla legge, ma deposito di campagna». L’ufficio Tutela del paesaggio è stato irremovibile. «L’intervento non è compatibile con le valenze paesistiche generali dell’area vincolata. Allo stato attuale il manufatto è incapace di evocare anche lontanamente una qualsivoglia consistenza dimensionale. Lo scenario paesaggistico ambientale in cui ricade è caratterizzato da un assoluto grado di naturalità, da considerarsi di valenza superiore e da sottoporre ad integrale salvaguardia». Respinte le osservazioni del privato in base alle quali «il Ppr prevede la conservazione del bene paesaggistico e la tutela finalizzata al mantenimento delle caratteristiche degli elementi costitutivi. La viabilità esiste già, nella stessa strada in cui il Comune ha tracciato l’accesso al litorale nel Pul».
 

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative