La missione del Comune: «Salviamo il Geovillage»
Dopo il fallimento e l’indagine della Procura la vicenda diventa un caso politico Preoccupa lo stato di degrado in cui oggi si trovano l’hotel e gli impianti sportivi
26 luglio 2021
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OLBIA. Il collasso del Geovillage diventa un caso politico. Dopo anni di procedure fallimentari e clamorose inchieste giudiziarie, lo stato di degrado dell’ex impero della famiglia Docche, sotto sequestro fino allo scorso giugno, chiuso e inevitabilmente alla deriva, approda in consiglio comunale. In aula, nella seduta di mercoledì, infatti, è all’ordine del giorno una mozione presentata dalla coalizione di maggioranza che parte da un presupposto: salvare il patrimonio.
Si parte dal fermo forzato delle strutture (soprattutto l’hotel e gli impianti sportivi) e dal conseguente stato di abbandono per evitare il deterioramento di un patrimonio che sino a qualche tempo fa, prima della tempesta giudiziaria, era un fiore all’occhiello della città, invidiato da tutta la Sardegna. Di fronte a questo scenario il Comune di Olbia punta tutto sul Consorzio industriale Cipnes, titolare del lotto industriale dove il Geovillage è stato costruito, a sua volta però coinvolto nell’inchiesta del turbativa d’asta condotta dalla Procura di Tempio. Tanto coinvolto che il direttore, Aldo Carta, indagato, è stato sospeso dal servizio per un anno. L’inchiesta giudiziaria è ancora aperta, ma il Comune spinge affinché il Cipnes acquisisca il patrimonio. Esattamente quello che il Consorzio industriale aveva già cercato di fare lo scorso gennaio alla scadenza dell’affidamento in gestione alla Real Effegì di Fabio Docche (figlio del patron Gavino), a cui il tribunale, nel 2017, aveva affidato la gestione in virtù del diritto di prelazione dopo il fallimento della società Sviluppo Olbia spa. La stessa Real Effegì è stata poi dichiarata fallita e la maxi inchiesta della Procura ha mandato all’aria il disegno. La mozione del Comune in questo senso appare una “spallata”, in considerazione proprio della procedura fallimentare e dell’inchiesta giudiziaria.
Il Geovillage, infatti, attualmente è nelle mani della curatela fallimentare che – sempre sotto l’occhio attento del tribunale e della Procura di Tempio – deve predisporre un bando per la vendita del complesso turistico e sportivo. E prima ancora deve verificare le condizioni per una assegnazione temporanea degli immobili, sino al momento dell’aggiudicazione definitiva. L’obiettivo dichiarato dai curatori, rientrati in possesso del Geovillage all’inizio di giugno, è di vigilare e garantire la custodia “in attesa che le interlocuzioni in corso con gli enti competenti e l’esecuzione degli adempimenti di legge connessi alla procedura fallimentare ne consentano una rapida e adeguata riallocazione a mezzo procedura competitiva, al fine di consentirne la gestione a una seria e affidabile impresa del settore e a restituirlo alla città”. (m.b.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Si parte dal fermo forzato delle strutture (soprattutto l’hotel e gli impianti sportivi) e dal conseguente stato di abbandono per evitare il deterioramento di un patrimonio che sino a qualche tempo fa, prima della tempesta giudiziaria, era un fiore all’occhiello della città, invidiato da tutta la Sardegna. Di fronte a questo scenario il Comune di Olbia punta tutto sul Consorzio industriale Cipnes, titolare del lotto industriale dove il Geovillage è stato costruito, a sua volta però coinvolto nell’inchiesta del turbativa d’asta condotta dalla Procura di Tempio. Tanto coinvolto che il direttore, Aldo Carta, indagato, è stato sospeso dal servizio per un anno. L’inchiesta giudiziaria è ancora aperta, ma il Comune spinge affinché il Cipnes acquisisca il patrimonio. Esattamente quello che il Consorzio industriale aveva già cercato di fare lo scorso gennaio alla scadenza dell’affidamento in gestione alla Real Effegì di Fabio Docche (figlio del patron Gavino), a cui il tribunale, nel 2017, aveva affidato la gestione in virtù del diritto di prelazione dopo il fallimento della società Sviluppo Olbia spa. La stessa Real Effegì è stata poi dichiarata fallita e la maxi inchiesta della Procura ha mandato all’aria il disegno. La mozione del Comune in questo senso appare una “spallata”, in considerazione proprio della procedura fallimentare e dell’inchiesta giudiziaria.
Il Geovillage, infatti, attualmente è nelle mani della curatela fallimentare che – sempre sotto l’occhio attento del tribunale e della Procura di Tempio – deve predisporre un bando per la vendita del complesso turistico e sportivo. E prima ancora deve verificare le condizioni per una assegnazione temporanea degli immobili, sino al momento dell’aggiudicazione definitiva. L’obiettivo dichiarato dai curatori, rientrati in possesso del Geovillage all’inizio di giugno, è di vigilare e garantire la custodia “in attesa che le interlocuzioni in corso con gli enti competenti e l’esecuzione degli adempimenti di legge connessi alla procedura fallimentare ne consentano una rapida e adeguata riallocazione a mezzo procedura competitiva, al fine di consentirne la gestione a una seria e affidabile impresa del settore e a restituirlo alla città”. (m.b.)
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