La Nuova Sardegna

Olbia

Stupro in spiaggia, il caso dal gip

di Tiziana Simula
Stupro in spiaggia, il caso dal gip

Baja Sardinia, per la Procura non ci sono prove. Battaglia in aula contro la richiesta di archiviazione

15 settembre 2021
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BAJA SARDINIA. Ai carabinieri di Budoni avevano raccontato di quella notte terribile, denunciando di essere state stuprate da quattro ragazzi incontrati in discoteca, al Ritual, e con i quali, poi, avevano raggiunto la spiaggia, a Baja Sardinia, per fare un bagno. «Sentivamo le loro mani che ci toccavano ovunque, noi ci abbracciavamo strette, ma loro ci hanno separato e hanno abusato di noi, lì in acqua, a turno», avevano detto ai militari. Era l’alba del 9 luglio 2019. A distanza di poco più di due anni, il caso della presunta violenza sessuale di gruppo subita da due ragazze, una di Roma, l’altra di Alessandria, di 21 e 19 anni, è stato trattato davanti al gip Marco Contu che dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura. L’attività investigativa svolta non ha consentito di acquisire prove sufficienti a carico dei quattro indagati, Luca Natale, Davide Miftari, Giovanni Graziano e Daniele Cimmino, tutti campani, tra i 21 e i 25 anni. Il pubblico ministero Ilaria Corbelli ha chiesto, per questo, l’archiviazione. Le due ragazze, attraverso il loro difensore, l’avvocato Giovanna Porcu, si sono opposte alla richiesta della Procura. La vicenda è stata sviscerata nell’udienza di ieri. Presenti in aula anche le ragazze e uno dei giovani indagati insieme al suo difensore, l’avvocato Cesare Gesmundo che assiste anche gli altri, insieme al collega Francesco Parente. I ragazzi si sono sempre difesi sostenendo che non c’era stato alcun abuso, che i rapporti erano consenzienti. A scagionarli, in particolare, un video di 30 secondi girato col cellulare da altri giovani che si trovavano lì, su un pedalò, nel momento in cui sarebbero avvenute le violenze. L’avvocato Gesmundo ha ribadito quanto già contenuto nelle memorie difensive sostenendo l’inammissibilità dell’opposizione perché manca la richiesta di nuove attività investigative e l’assenza di elementi che dimostrino l’avvenuto stupro. L’avvocato Porcu ha replicato punto per punto alle memorie difensive sostenendo che gli elementi di prova sono stati già acquisiti dalla Procura ma che devono essere valutati diversamente, e indicando i riscontro oggettivi dell’avvenuta violenza: le ragazze erano andate via dalla spiaggia nude e piangendo, ed erano state aiutate a recuperare le loro cose dai ragazzi del pedalò. Uno di loro, come riportato nelle testimonianze, si era scusato con le ragazze per non aver capito la situazione. Per conoscere la decisione del giudice bisognerà attendere lo scioglimento della riserva.

Durante l’udienza, una delle due ragazze è uscita in lacrime dall’aula dopo che il difensore ha detto che avevano denunciato per vergogna. «Ci vuole coraggio a dire che hanno denunciato per vergogna, lo dico da donna, da madre e da essere umano. Mia figlia e l’amica hanno avuto il coraggio di presentarsi in aula oggi sapendo che non sarebbe stato facile, sentire quelle parole ha aggiunto altro dolore», ha commentato con rabbia la madre che ha accompagnato le due giovani in tribunale.

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