La Nuova Sardegna

Olbia

Pacifisti sul Limbara «Base da bonificare»

di Giuseppe Pulina
Pacifisti sul Limbara «Base da bonificare»

Domani iniziativa di un gruppo locale e di attivisti di Cagliari «Chiusa nel 1993, dal 2008 è della Regione: zero interventi»

18 settembre 2021
2 MINUTI DI LETTURA





TEMPIO . Non sarà una gita in montagna, ma una missione per escursionisti con vocazione pacifista. Domani (domenica) mattina gli attivisti di Sardinnia Aresti, con un pullman proveniente da Cagliari, farà tappa al Limbara e inizierà, come annunciato, la bonifica della montagna gallurese dalla guerra. Saranno ricevuti da una delegazione di nonviolenti di Tempio, che faranno per così dire gli onori di casa. Ciò che muove la loro missione è la presenza sul Limbara della vecchia base radar americana, retaggio, visibile a tanti chilometri di distanza, di quella guerra fredda che puntellò anche l’isola con tante basi e postazioni militari americane e della Nato. La base venne inaugurata nel 1966 e, grazie ai suoi potenti (per quegli anni, almeno) radar, svolse un importante ruolo strategico nelle comunicazioni militari di lungo raggio: tutto questo sino alla fine della guerra fredda e alla prima guerra del Golfo e, comunque, sino al 1993 e all'avvento della tecnologia satellitare. Una volta abbandonata, la base è rimasta tale e quale a come era nel suo ultimo giorno di operatività. Come se un qualche evento avesse cancellato la presenza dei soldati, lasciando intatto tutto il resto.

«Dal 2008 – ricordano gli attivisti di Sardinnia Aresti – l'ex base è passata sotto il controllo della Regione, ma i politici, locali e non, si sono limitati al solito gioco di rimbalzi delle responsabilità: nessuno di loro ha mosso un dito per smantellare la struttura e bonificare il luogo, pian piano privato di alcune sue componenti da chi ne ha recuperato materiali e arredi di qualche valore».

Per i nonviolenti sardi quel che rimane sulla cima del Limbara della base radar americana è uno spettacolo poco gradevole agli occhi e meno ancora per la coscienza di chi non vorrebbe lasciare tracce di quel passato militarista. Nasce così l’idea di un recupero del bene paesaggistico da ritrasformare in luogo sicuro aperto a tutti. «Il 19 settembre inizieremo a bonificare il Limbara dalla guerra. Proviamo noi stessi a liberare i territori dai resti dell'occupazione militare, con lo stesso spirito che ci ha guidato fino ad ora nella lotta contro le basi». Sanno di non poter rimuovere le antenne, e non lo faranno: «Destinate a sovrastare le cime galluresi per chissà quanto tempo, vorremmo dipingerci sopra messaggi e immagini che esprimano la nostra contrarietà alla presenza militare».

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative