La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, moto vola sulla rotatoria: muore 38enne

di Tiziana Simula
Olbia, moto vola sulla rotatoria: muore 38enne

La vittima, un carpentiere polacco, ha perso il controllo della sua Bmw. Disposta l’autopsia, perizia sul mezzo e sulla strada

25 settembre 2021
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Prima ha sorpassato un furgone, poi la moto ha perso aderenza dopo essere finita su una pozzanghera. Andrzei Goraczka, 38 anni, polacco, in sella alla sua potente moto Bmw 1200 ha cominciato a sbandare. Sino alla caduta rovinosa. Strisciando sull’asfalto ha invaso la corsia opposta, sfondando il cordolo della rotatoria: il suo corpo ha fatto un volo finendo al centro della grande aiuola, in mezzo all’erba, la moto è volata ancora più in là, una ventina di metri dopo, sulla strada. Il motociclista è morto sul colpo. È successo ieri sera poco dopo le 20 alla terza rotatoria di viale Italia, la strada di zona industriale che porta a Pittulongu. Una strada maledetta, già teatro in passato di altri incidenti mortali.

I rilievi sono stati eseguiti dalla polizia stradale, coordinata dal comandante provinciale Inti Piras. Sul posto anche gli agenti della polizia locale. La Procura di Tempio ha aperto un’inchiesta per accertare le cause della morte. Il magistrato ha disposto l’autopsia e il sequestro della moto in attesa di verificare le condizioni della strada (di proprietà del Consorzio industriale Cipnes) per verificare se ci possano essere eventuali connessioni con la caduta.

Da quindici anni, Andrzei Goraczka viveva in città. Era un figlio adottivo di Olbia, ben integrato e con un buon lavoro. Si occupava di edilizia, era un carpentiere bravo e ricercato, per questo lavorava spesso nelle ville della Costa Smeralda. Era appassionato di moto. Una quindicina di giorni fa, era andato in Polonia, a casa sua, e ne aveva acquistata una, la Bmw 1200, la stessa che ieri l’ha tradito.

A ricostruire la dinamica dell’incidente contribuiscono due testimoni oculari. «Andrzei lo conoscevo bene, un’ora fa era con me, ci siamo fermati a bere una birra insieme – racconta sconvolto un giovane motociclista, suo amico, che ha cercato invano di soccorrerlo –. Ci siamo salutati e lui è partito prima di me. L’ho visto che sorpassava un furgoncino, poi, ho visto un corpo e una moto che volavano finendo nella rotatoria. Questo è lui, mi sono detto. Non volevo crederci. Sono arrivato alla rotatoria, mi sono fermato e insieme ad altri automobilisti abbiamo cercato di rianimarlo. Il corpo era fermo, Andrzei non respirava più. Poi è arrivato il 118. Non c’è stato niente da fare».

La sua testimonianza è stata raccolta dalla polizia stradale, così come quella dell’automobilista che guidava il furgoncino e che ha visto davanti ai suoi occhi ogni secondo di quella tragedia.

«Mi ha sorpassato sulla corsia di destra, poi, ho visto la moto che sbandava. Tre, quattro volte. Ed è schizzata contro il cordolo della rotatoria. L’ha sfondato e tutti e due, la moto e il povero Andrzei, sono volati via». Un impatto col terreno devastante. Che non ha lasciato scampo al centauro polacco.

Una scena terrificante è apparsa ai primi automobilisti che si sono fermati per soccorrerlo. Il corpo immobile sull’erba, col casco ancora in testa, e la grossa moto, nuova di zecca, ridotta a un ammasso di rottami.

Andrzei viveva da solo a Olbia. Abitava nel villaggio Marineledda, nel golfo di Marinella. Ieri dopo aver bevuto la birra col suo amico stava rientrando a casa. La sua famiglia abita in Polonia. «Sono venuti a trovarlo da poco, sono andati via tre giorni fa. C’erano i fratelli, i nipotini, lui era molto contento», ha raccontato incredulo il suo avvocato, anche lui corso sulla strada per Pittulongu non appena ha saputo che il giovane era morto. «Andrzei era un bravissimo ragazzo e un grande lavoratore. Un vero esperto nel suo settore, si occupava di carpenteria e di rifiniture negli appartamenti e nelle ville di lusso, era molto ricercato in Costa Smeralda».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative