La Nuova Sardegna

Olbia

Comunali a Olbia, turismo: destinazione di eccellenza o città turistica da costruire?

di Serena Lullia
Marco Balata (Forza Italia), Gianluca Corda (Olbia democratica), Salvatore Sini (Forza Italia), Valentina Secchi (Liberi)
Marco Balata (Forza Italia), Gianluca Corda (Olbia democratica), Salvatore Sini (Forza Italia), Valentina Secchi (Liberi)

Balata: «Una destinazione di eccellenza», Sini: «Città di vacanze a tutti gli effetti», Corda: «Mancano marchio e servizi», Secchi: «Fino a ora gestione improvvisata»

07 ottobre 2021
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OLBIA. Per il Centrodestra una città turistica di eccellenza, complici i grandi eventi musicali e sportivi, e a dimensione dei vacanzieri. Per la Grande Coalizione una destinazione ancora da costruire, a cui manca un marchio che ne racconti l’identità, un piano di promozione strutturato e servizi. Sul turismo le distanze tra i due schieramenti sono enormi.

Marco Balata, Fi: «Olbia è diventata città turistica, una scelta di destinazione grazie alle iniziative della nostra amministrazione. Gode di una stagione più lunga, è a dimensione di uomo grazie alla Ztl, la gente si sposta da Porto Cervo e comuni limitrofi mentre fino a qualche anno fa accadeva il contrario. Merito delle nostre scelte. I grandi eventi hanno avuto un forte richiamo con ricadute di immagine. In più abbiamo creato iniziative per valorizzare i prodotti nostrani come Benvenuto vermentino, eventi culturali come la Rassegna letteraria. A cui si aggiungono la riqualificazione del centro, il verde, il decoro. L’impegno per i prossimi 5 anni è continuare con i successi che hanno contraddistinto questa amministrazione, i cui meriti non sono solo dell’assessore ma dell’ apparato amministrativo, De Vizia, Aspo».

Salvatore Sini, FI: «Sino a 15-20 anni fa Olbia era una città di passaggio, centro di distribuzione di turisti verso le località vicine. Oggi viene scelta dai per soggiornarvi. È una città turistica a tutti gli effetti e questo grazie agli interventi di Settimo Nizzi che ha portato il nome di Olbia in tutte le vetrine internazionali con concerti e grandi eventi sportivi. Nel futuro, anche con gli hotel a 5 stelle inseriti nel Puc, lo standard crescerà grazie a una clientela di lusso. Per il resto abbiamo le carte in regola per essere protagonisti del turismo in Sardegna, un aeroporto e un porto di eccellenza, l’Aviazione generale prima in Europa, e non solo in estate».

Opposta la lettura che arriva dalla Grande Coalizione. Gian Luca Corda, Olbia democratica: «Per diventare città turistica, si deve passare dagli interventi spot alla costruzione organizzata di percorsi strutturati nei vari livelli. Il turismo non si può reggere solo sulla buona volontà dei bravi operatori. Serve una regia. A oggi non esiste un marchio Olbia spendibile sui mercati italiani e internazionali, fondato sulle radici storiche, culturali e quindi sull’identità della città. Il nostro programma prevede poi il tavolo permanente del turismo, che riunisca i tecnici del settore, porto, aeroporto, rappresentanti del ricettivo e della ristorazione, soggetti che forniscono servizi. Un tavolo di confronto vero e continuativo, non un tavolino spot. Anche la tassa di soggiorno va rivista e una quota va reinvestita, concertata con i portatori di interesse, per rendere fruibili i servizi archeologici, il museo, aumentare le corse degli autobus, i collegamenti con frazioni e spiagge. Importante poi valorizzare le scuole a indirizzo turistico e l’università con facoltà specifica».

Valentina Secchi, Liberi: «Olbia non l’abbiamo mai progettata per essere città turistica. La gestione del settore è sempre stata improvvisata, sarebbe bastato avvalersi delle competenze dei tecnici per elaborare un progetto strutturato. I grandi eventi vanno bene, non li critico, da qualche parte si doveva iniziare, ma vanno pensati e programmati, non due mesi prima ma un anno prima, per consentire agli hotel e a chi offre servizi di fare programmazione e adeguare le tariffe. Olbia non ha ancora un marchio che racconti la sua identità: come terra di mare, storia, natura, archeologia, prodotti enogastronomici. Creato il marchio serve una vetrina on line per programmare la promozione con campagne di marketing mirate. Sul fronte servizi c’è tanto da fare: un ufficio turistico che non sia un locale di qualche metro quadro, come oggi, con materiale anni 80. L’impegno del personale non basta. E info point moderni nelle frazioni, che tra l’altro necessitano di collegamenti».


 

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