La Nuova Sardegna

Olbia

«A Luogosanto 7 mega pale eoliche»

di Sebastiano Depperu
«A Luogosanto 7 mega pale eoliche»

L’ex sindaco Scampuddu: «Si compromette il territorio per l’interesse di pochi»

24 ottobre 2021
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LUOGOSANTO. A Luogosanto sono previte nuove pale eoliche. «Dopo 10 anni Luogosanto è di nuovo sotto scacco – denuncia Antonio Scampuddu, ex sindaco del paese nel cuore della Gallura – Una triste storia combattuta da tutta la mia amministrazione, vinta e che tristemente risorge dalle ceneri in un silenzio assordante e pericoloso. La minaccia al futuro dei nostri giovani, all’economia e al paesaggio arriva dal vento, una fonte rinnovabile di energia tanto decantata ma non sempre compatibile con le aree e che diventa pericolosa, perché nel caso specifico può compromettere lo sviluppo sostenibile del nostro territorio in chiave turistica e ambientale». Si tratta – prosegue Scampuddu – di «un ennesimo tentativo di insediare nel paesaggio, che oggi rappresenta la ricchezza primaria, una servitù a vantaggio di pochi e a discapito delle popolazioni locali che vivono l’ambiente rurale tanto decantato e protetto da norme regionali stringenti, che da una parte alzano le barricate per una residenza o per la pulizia del sottobosco e dall’altra spalancano le porte ad insediare un parco eolico da 30 mega watt composto da 7 aerogeneratori da 4,2 MW ciascuno con un’area di cantiere di svariati ettari (tutti nel comune di Luogosanto) che saranno modificati irreversibilmente. Generatori alti ciascuno quasi 150 metri come un palazzo di 50 piani e con girandole larghe quasi 100 metri, come un campo di calcio, posti su un crinale di assoluto pregio naturalistico in località Cuoni, visibile a chilometri di distanza in tutto il territorio di Luogosanto, Aglientu e Santa Teresa Gallura». Scampuddu aggiunge: «È drammatico che un progetto di tale importanza non venga portato alla conoscenza delle popolazioni locali dall’amministrazione, ma si cerchi di ovattare il processo di approvazione. A volte è più semplice cercare di nascondere piuttosto che fare le battaglie per poi dire che non si poteva fare nulla, o forse gli interessi dei pochi prevalgono su quelli della comunità intera. È giusto che la gente sappia e che ognuno si assuma le responsabilità di una ingiustificabile inerzia permissiva o la gloria di una partecipata vittoria. A suo tempo combattendo a muso duro, riuscimmo nell’impresa, per cui nulla è impossibile. Per chi comprende che la Sardegna non deve più essere terra di conquista, ma può invece giocarsi le sue carte con le inesauribili risorse che Dio ci ha messo a disposizione, è arrivato il momento di uscire dal guscio e lottare per un futuro migliore per tutti, liberi dalle servitù».

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