La Nuova Sardegna

Olbia

“Orienteering”, giovani-esploratori nel cuore di Calangianus

di Pietro Zannoni
“Orienteering”, giovani-esploratori nel cuore di Calangianus

CALANGIANUS. Che ci fanno trenta giovani con zainetto, carta topografica e bussola magnetica in mano, nel centro storico, l’ultima domenica di ottobre? Sono i protagonisti di due giorni di...

04 novembre 2021
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CALANGIANUS. Che ci fanno trenta giovani con zainetto, carta topografica e bussola magnetica in mano, nel centro storico, l’ultima domenica di ottobre? Sono i protagonisti di due giorni di “Orienteering”, disciplina sportiva originaria dei paesi scandinavi, proposta da tre istruttori della Federazione italiana sport orientamento(Fiso), che insegna ad orientarsi in territori sconosciuti, sia in città che nei boschi, a piedi, in mtb. Hanno partecipato una trentina di corsisti provenienti da Calangianus, Tempio, Sassari; Alghero, Luogosanto, Nuoro, La Maddalena, Olbia a testimoniare il grande interesse per questa attività sportiva.

Un modo nuovo di vivere la natura e l’ambiente circostante che ben si adatta alla politica nostrana di valorizzare l’ambente naturale. L’orienteering nella pratica ha l’obiettivo di raggiungere, in sequenza, una serie di punti prefissati, detti lanterne, nel minor tempo possibile, orientandosi esclusivamente con una carta topografica, una bussola magnetica. Si corre da soli seguendo percorsi differenziati. Se gli obiettivi sono saper individuare e rilevare gli elementi dell’ambiente e le caratteristiche del territorio, stimolare il contatto con la natura, acquisire fiducia nelle proprie possibilità nonché concretizzare occasioni di socializzazione, la scuola non può ignorare questa disciplina.

Per questo l’orienteering a scuola serve per sviluppare la personalità dell’alunno e si configura come strumento di apprendimento trasversale rispetto alle materie curricolari. Il progetto dell’orienteering nasce dalla collaborazione tra amministrazione comunale, Asd Shalom Scuola dello sport e l’Istituto comprensivo “Ines Giagheddu”. I primi utenti gli scolari, perché in futuro ne siano i protagonisti. Ma occorre coinvolgere giovani e meno giovani.

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