La Nuova Sardegna

Olbia

Strada di Monte Pino di nuovo al lavoro gli operai e le ruspe

Strada di Monte Pino di nuovo al lavoro gli operai e le ruspe

L’Anas ha riattivato il cantiere che era stato sequestrato Sedici mesi per ricostruire il tratto distrutto dall’alluvione  

19 novembre 2021
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OLBIA. La ricostruzione della strada di Monte Pino, crollata otto anni fa sotto il peso dell’alluvione, è finalmente cominciata. Da qualche giorno gli operai dell’impresa Italiana costruzioni infrastrutture, di Roma, sono al lavoro. Uomini e ruspe ritornano nel tratto della provinciale 38 bi dove otto anni fa si è consumata la tragedia costata la vita a tre persone.

L’Anas lo scorso ottobre aveva consegnato all’impresa appaltatrice i lavori di ripristino della viabilità interrotta. Una ricostruzione a dir poco travagliata. Passata attraverso un primo appalto, la successiva rescissione del contratto all’impresa aggiudicataria, l’inchiesta della Procura di tempio col sequestro dei cantieri a causa di cedimenti nelle opere realizzate, il dissequestro avvenuto dopo un anno e, infine, il via alla ricostruzione.

L’impresa titolare del cantiere è la Italiana costruzioni infrastrutture, di Roma, la stessa che sta realizzando i lotti 3, 5 e 6 della Sassari Olbia. Con in tasca un accordo quadro, la Ici metterà in sicurezza il cantiere, demolirà le opere danneggiate e ricostruirà la strada crollata. Tutto questo in un arco di tempo che l’Anas ha calcolato in sedici mesi. L’intervento costerà 6 milioni e mezzo di euro.

Dopo il dissequestro del cantiere (l’inchiesta della Procura di Tempio è ancora in corso) l’Anas si era immediatamente attivata per riavviare la ricostruzione della strada tramite l’utilizzo di accordi quadro già disponibili. Il tratto interessato è quello dal km 1,250 al km 4,600. L’impresa Italiana costruzioni infrastrutture si occuperà della ricostruzione del corpo stradale e di altri interventi di adeguamento e ripristino delle opere idrauliche e della sovrastruttura stradale.

Per due anni, quello sulla provinciale 38 bis, è stato un vero e proprio cantiere fantasma, dopo che l’impresa che stava eseguendo i lavori, la Imp costruzioni di Carloforte, era andata via e l’Anas aveva rescisso il contratto, il 3 settembre 2019. Da allora tutto si è fermato e i lavori non sono mai proseguiti. Anche perché su quel cantiere è stata aperta un’inchiesta da parte del procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, scattata in seguito a gravi cedimenti che si erano verificati all’indomani di forti piogge in diversi punti delle opere realizzate (e poi abbandonate) dall’impresa di Carloforte (che risulta indagata).

La svolta è arrivata lo scorso mese di settembre, quando il gip del tribunale di Tempio, su richiesta del procuratore Capasso, ha disposto la rimozione dei sigilli. L’agognata ricostruzione della strada sprofondata nell’alluvione del 18 novembre 2013 – nel crollo morirono Bruno Fiore, sua moglie Sebastiana Brundu e la consuocera Maria Loriga, mentre una quarta persona, Veronica Gelsomino, rimase ferita – poteva finalmente cominciare. Cosa che sta effettivamente avvenendo in questi giorni con gli operai e le ruspe della Ici che hanno cominciato a lavorare nel cantiere che, a questo punto, non è più fantasma.(t.s.)

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