La Nuova Sardegna

Olbia

Scattano 2 nuovi sequestri in via Amba Alagi e a Raica

di Tiziana Simula
Scattano 2 nuovi sequestri in via Amba Alagi e a Raica

Prosegue a tappe forzate l’inchiesta della Procura di Tempio sul Piano Mancini Chiuso dai sigilli del Noe il sottopasso ferroviario e il ponte di via Monte a Telti

24 novembre 2021
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OLBIA. I sigilli dei carabinieri del Noe di Sassari sono scattati ieri mattina nel sottopasso ferroviario di via Amba Alagi, una delle diciotto opere incongrue finite sotto accusa nell’inchiesta della Procura sulla mancata messa in sicurezza della città. Uno dei punti più critici della città che finisce sott’acqua a ogni temporale. Il sottopasso ferroviario è inserito nell’elenco delle infrastrutture ritenute pericolose e che, stando a quanto emerso dalle indagini, sarebbe già dovuta essere eliminata. Da venerdì scorso, i carabinieri del Noe stanno eseguendo l’ordinanza di sequestro emessa dal gip Claudio Cozzella, su richiesta del procuratore Gregorio Capasso, delle cosiddette opere incongrue, in collaborazione con gli agenti della polizia locale coordinati dal comandante Giovanni Mannoni.

Due i sequestri eseguiti ieri che si aggiungono ai tre già messi in atto nei giorni scorsi. Il nastro bianco e rosso è stato srotolato sul ponte in via Monte a Telti, sempre nel bacino del rio Siligheddu, in corrispondenza di un suo affluente chiamato Riu Ua Niedda.

Uno dei ponti della morte. Qui il 18 novembre 2013 erano stati travolti dalla piena Francesco Mazzoccu e il figlioletto Enrico di 3 anni, due delle sei vittime in città del ciclone Cleopatra. Siamo nella periferia di Olbia, in località Raica.

I sequestri finora eseguiti, a parte il sottopasso di via Amba Alagi, hanno riguardato ponti costruiti nelle zone a rischio nei quartieri periferici della città. Ma l’elenco delle infrastrutture da sequestrare prevede opere che sorgono anche in punti nevralgici del centro abitato, strade molto trafficate, come il ponte su via Vittorio Veneto, all’altezza della rotatoria, quelli in via Galvani e in via D’Annunzio. Ma anche opere che non sono di competenza del Comune, come la strada statale 127 di proprietà dell’Anas e i ponti ferroviari di proprietà delle Ferrovie dello Stato.

I carabinieri del Noe e la polizia locale valutano caso per caso le alternative al traffico da adottare prima di ogni sequestro.

Il sindaco Settimo Nizzi nella diretta Facebook del martedì ha fatto un accenno all’indagine della Procura. «Noi ancora non abbiamo ufficialmente avuto notizia in merito, ma gli uffici stanno facendo quanto è necessario per dare la più ampia disponibilità agli organi inquirenti e giudicanti e dare le dovute risposte», ha detto il sindaco.

Nell’ordinanza di sequestro del gip si evidenzia come «la messa in sicurezza delle opere già classificate come incongrue, cioè l’esecuzione di 18 interventi programmati secondo il Piano Mancini, non è mai avvenuta, nonostante fossero stati esclusi dalla procedura di valutazione di impatto ambientale proprio perché ritenuti di particolare e assoluta urgenza in quanto compromettenti la capacità di smaltimento dei corsi d’acqua della città».

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