La Nuova Sardegna

Olbia

Il sindaco sul caso Navone: «Non è stata una vendetta»

di Dario Budroni
Il sindaco sul caso Navone: «Non è stata una vendetta»

Settimo Nizzi replica alla minoranza in Consiglio: «Hanno detto cose gravi» E sul capo dell’opposizione: «È incompatibile, noi abbiamo rispettato la legge» 

27 novembre 2021
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OLBIA. Le accuse partite dai banchi e dalle sedi della minoranza lo hanno irritato. Il sindaco Settimo Nizzi non ci sta a passare per il grande stratega del siluramento di Augusto Navone. «È la prima e ultima volta che intervengo su questo argomento – avverte –. La nostra non è stata una vendetta. L’incompatibilità è sicura e non c’è nessuna questione politica. Abbiamo solo preso atto di una situazione che è assolutamente incontestabile». Dopo aver atteso un paio di giorni, il primo cittadino decide così di rompere il silenzio e di dire la sua dopo che il consiglio comunale, mercoledì, ha sancito con i soli voti della maggioranza l’incompatibilità del capo dell’opposizione Augusto Navone, che è sia consigliere comunale che direttore dell’Area marina protetta di Tavolara. «Le uniche cose che contano sono la giurisprudenza e il rispetto delle leggi – sottolinea il sindaco –. Non sarei mai intervenuto se in questi giorni non avessi sentito certe gravi affermazioni».

La risposta. Stando sempre ben attento a non nominare mai Navone, Settimo Nizzi spiega di non aver per nulla digerito gli attacchi arrivati dai consiglieri comunali e dagli altri big della Grande coalizione, Gian Piero Scanu compreso (anche lui mai nominato). «Hanno detto cose gravi, che ho usato la ghigliottina» dice Nizzi, prima di riavvolgere il nastro degli ultimi mesi e tornare fino agli albori della campagna elettorale. «Può accadere che uno pensi di giocarsi la carta della vita, sperando di non essere beccato e di farla franca – afferma Nizzi, riferendosi a Navone –. Ma il fatto è che qui, dopo essersi giocato il jolly, qualcuno ha voluto giustificare la malaparata dando la colpa alla politica». Secondo Nizzi, dunque, Navone sapeva fin dal principio di essere incompatibile. «Noi eravamo convinti che fosse ineleggibile, ma abbiamo lasciato perdere – prosegue il sindaco –. Abbiamo voluto far vincere il primato della politica. Se lo avessimo fatto notare, avremmo soltanto incattivito la campagna elettorale».

L’incompatibilità. Settimo Nizzi afferma di non avere nessun dubbio sul fatto che il doppio ruolo di Navone sia incompatibile. «È sicuro, è certo – dice il sindaco –. Questo è un fatto giuridico e noi abbiamo solo voluto rispettare la legge. Stiamo facendo rilevare una situazione che è in contrasto con la normativa. Inoltre non abbiamo detto che lui deve dimettersi. Abbiamo soltanto votato per l’incompatibilità. Lui ha due strade: può restare consigliere comunale oppure può continuare a fare il direttore dell’Amp. Mai mi sarei aspettato, comunque, le gravissime affermazioni che ho sentito in questi giorni. Hanno detto che andranno a rompere il vaso di Pandora per far vedere le cose brutte che accadono in città. Noi non abbiamo nessun vaso di Pandora e le nostre porte sono realmente aperte. Chiunque abbia notizie di atti e fatti non legittimi vada dal giudice. Noi continueremo a lavorare non pensando a tutto ciò che ci è stato detto, anche in campagna elettorale, ma soltanto al bene dei cittadini». Settimo Nizzi risponde anche a chi sostiene che lui stesso, dieci anni fa, fosse incompatibile perché era sia consigliere comunale di minoranza che presidente del Cipnes: «Ci sono responsabilità diverse. Il presidente dà soltanto indirizzi, il direttore invece compie atti diretti». Alla fine Nizzi difende anche la segretaria generale del Comune, Stefania Giua, finita al centro del dibattito in Consiglio dopo aver presentato una relazione che evidenziava il caso di incompatibilità: «La ringrazio per la professionalità e per l’obiettività che ha sempre dimostrato. Stigmatizzo gli attacchi che ha ricevuto».

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