La Nuova Sardegna

Olbia

Tentano di lasciare l’isola aggrappati al camion frigo

di Dario Budroni
Tentano di lasciare l’isola aggrappati al camion frigo

Sei nordafricani si nascondono tra gli assi di due mezzi in attesa dell’imbarco L’intervento tempestivo delle Fiamme gialle tra le banchine dell’Isola Bianca

28 novembre 2021
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OLBIA. La tempesta scoppia quasi improvvisa. Sotto un cielo di fulmini e nuvole gonfie, i canali si ingrossano e l’acqua invade presto strade, marciapiedi e scantinati. Per mezza Olbia è la notte della paura. Per sei migranti, invece, è la notte della speranza. Il loro piano è da brivido: intrufolarsi tra gli assi di un camion in attesa dell’imbarco. E poi salire lassù, nella pancia di una nave, aggrappati al ferro e alla vita, senza che nessuno se ne accorga, senza che nessuno noti niente di strano. Con loro non hanno nulla: zero documenti, forse solo qualche spicciolo. La vita di una volta è rimasta dall’altra parte del Mediterraneo, il futuro che immaginano si trova al di là del Tirreno. O magari ancora più su, in Francia oppure in Germania. Un sogno disperato che si interrompe quasi subito, perché a quel viaggio in nave, loro, non possono prendere parte. Sono clandestini. E aggrapparsi a un camion in movimento potrebbe anche voler dire morire. I militari della guardia di finanza si accorgono di tutto. Si avvicinano ai ragazzi, ci parlano. Ancora infreddoliti, i sei migranti nordafricani vengono accompagnati in caserma per gli accertamenti di rito. Denunciati, hanno infine fatto ritorno nel centro di accoglienza da cui si erano allontanati qualche giorno prima.

Aggrappati al camion. È la sera del 24 novembre. Su Olbia si abbatte l’ennesima bomba d’acqua. I sei migranti, tutti ventenni, sono appena riusciti a raggiungere l’area sterile del porto dell’Isola Bianca. Alle spalle hanno un viaggio nel Mediterraneo e un periodo passato tra le mura di un centro di accoglienza nel sud della Sardegna. Ora però vogliono lasciare l’isola, magari per raggiungere amici o parenti che si trovano chissà dove. E così tentano di salire su un traghetto passeggeri che da Olbia punta verso il continente. Cercano di non dare nell’occhio. Al momento giusto, si avventano su due camion frigo carichi di frutta e si nascondono tra gli assi dei due mezzi. La speranza è questa: riuscire a restare aggrappati per qualche metro, fin quando i due camion prendono posto nel garage del traghetto. I militari delle fiamme gialle del Gruppo di Olbia, guidato dal capitano Carlo Lazzari e che ha di recente intensificato il presidio strategico all’Isola Bianca, sono intervenuti all’istante. I sei giovani nordafricani, zuppi d’acqua e quasi incuranti del rischio a cui stavano per andare incontro, sono stati così bloccati dalle Fiamme gialle. Poi sono stati accompagnati nella sede del comando, dove è stata verificata la loro identità, la loro provenienza e la loro condizione giuridica. Denunciati all’autorità giudiziaria per la violazione del Testo unico sull’immigrazione, i sei giovani sono stati infine rilasciati, con l’invito a presentarsi nel proprio Ufficio immigrazione. Nessun provvedimento, invece, nei confronti dei due camionisti, risultati del tutto ignari.

La disperazione. Si ammassano lungo i confini, sfidano il filo spinato, viaggiano a bordo delle carrette del mare. E spesso cercano di lasciarsi il passato alle spalle anche così, stipati nel cassone di un camion, aggrappati agli assi di un mezzo in movimento. Succede un po’ dappertutto, Olbia compresa. Un fenomeno che, almeno in questo caso, non è collegato a nessuna organizzazione messa in piedi per sfruttare i disperati. I sei migranti arrivati fino al porto dell’Isola Bianca si sono mossi da soli, spinti dal solo desiderio di andare via, magari anche a costo della vita.

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