La Nuova Sardegna

Olbia

Fiumi esondati assolti gli ex assessori

di Tiziana Simula
Fiumi esondati assolti gli ex assessori

Cadute le accuse per gli ex amministratori Carlo Careddu e Davide Bacciu e per i tecnici e i dirigenti del Comune

18 gennaio 2022
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OLBIA. Alle cinque della sera la tensione degli imputati si è sciolta insieme allo sgretolarsi di tutte le accuse. L’ex vice sindaco Carlo Careddu, l’ex assessore ai Lavori pubblici Davide Bacciu, e gli altri imputati sono stati assolti dalle accuse di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Nessuna responsabilità è emersa nelle loro condotte in merito all’esondazione dei fiumi avvenuta in quel tragico 18 novembre 2013, quando sulla città infuriò il ciclone Cleopatra, provocando la morte di sei persone.

Il gup Marco Contu ha emesso sentenza di “non luogo a procedere” nei confronti di coloro che avevano scelto il rito ordinario, tra i quali, l’ex assessore Careddu, e sentenza di assoluzione “per non avere commesso il fatto” per gli imputati che avevano scelto di essere processati con rito abbreviato. Per i difensori un giusto esito processuale a fronte di indagini contraddittorie.

A otto anni dall’alluvione si è chiuso così il procedimento penale che vedeva imputati insieme agli ex assessori Careddu, difeso dagli avvocati Guido Da Tome e Benedetto Ballero, e Bacciu, assistito dagli avvocati Marco Salis e Piera Ferrara, sei tra dirigenti, ingegneri e geometri del comune di Olbia: Tino Azzena, Mauro Scanu, Paolo Meloni, Francesco Pisanu, Sergio Usai e Claudio Vinci. L’accusa li riteneva tutti responsabili, a vario titolo e ognuno nel proprio ruolo, di una serie di omissioni relative a progettazioni e lavori nei canali Siligheddu e Gadduresu e nel rio Ua Niedda. Il pubblico ministero Ilaria Corbelli aveva chiesto il processo per gli ex amministratori e gli altri imputati. In tre avevano poi scelto il rito abbreviato: per Bacciu, il pm aveva chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione, per l’ingegnere Claudio Vinci, collaudatore tecnico amministrativo dei lavori di sistemazione del rio Siligheddu, difeso dall’avvocato Luigi Esposito, aveva sollecitato una pena a due anni e 6 mesi, mentre aveva chiesto l’assoluzione per Francesco Pisanu, progettista dell’abitazione di Maria Massa, una delle vittime dell’alluvione, assistito dagli avvocati Stefano e Lorenzo Asara. Per la Procura, gli imputati pur conoscendo la situazione di criticità del sistema idrografico della città non si erano attivati per fare quelle opere necessarie a evitare l’esondazione dei fiumi, contribuendo a provocare la morte per annegamento di sei persone: Patrizia Corona e sua figlia Morgana, Francesco Mazzoccu e suo figlio Enrico, Anna Ragnedda e Maria Massa. Gli ex assessori hanno sempre rimarcato come le opere idrauliche che secondo l’accusa avevano determinato il disastro fossero tutte di molto antecedenti al loro mandato e che, se veramente l’accusa riteneva che quelle opere avessero contribuito agli effetti nefasti dell’alluvione, avrebbe dovuto chiamare a risponderne il personale tecnico e politico che le aveva progettate e realizzate. Per i difensori i loro assistiti non avevano nessuna responsabilità per quanto accaduto. E il giudice ieri gli ha dato ragione.

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