La Nuova Sardegna

LOIRI PORTO SAN PAOLO. La sera del 16 ottobre 2016, Salvatore Fideli, storico fondatore della discoteca Ripping di San Teodoro, era stato sfiorato da una fucilata esplosa da qualcuno appostato davanti al portone di casa. La rosa di pallettoni era stata deviata da una borchia metallica della serratura, conficcandosi nella parete, a breve distanza dalla vittima. A sparare, secondo gli inquirenti, sarebbe stato Mario Decandia, ultra ottantenne, di Loiri Porto San Paolo, che ha sempre respinto le accuse. È finito a processo per tentato omicidio. Stando alla ricostruzione della Procura sarebbe stato lui a sparare un colpo di fucile contro il compaesano e vicino di casa, mentre la vittima era intenta a cenare nella sua abitazione, in località "Lu pecorili" tra Azzanì e Porto San Paolo. Una fucilata che solo per caso non l'ha colpito. Il movente, stando all'ipotesi accusatoria, sarebbe legato a dissidi tra i due per questioni di caccia: Fideli non avrebbe consentito a Decandia il transito e la caccia nei terreni di sua proprietà. «Il mio cliente è completamente estraneo ai fatti», ribadisce il difensore dell’uomo, l’avvocato Giampaolo Murrighile.

Nell’udienza di ieri celebrata davanti al collegio, è stato sentito uno dei carabinieri che si occupò degli accertamenti balistici. Il testimone ha spiegato in aula che lo sparo era stato esploso dalla porta a vetrata in direzione di Fideli, e ha ricostruito la traiettoria dei proiettili che erano stati deviati da una borchia metallica della serratura. Otto su dodici pallettoni esplosi si erano conficcati nella parete, dove, appunto erano stati trovati dagli investigatori durante i rilievi nell’abitazione. (t.s.)