La Nuova Sardegna

Olbia

Palpeggia una donna per strada ad Arzachena: il giudice lo condanna a 4 anni

Tiziana Simula
Palpeggia una donna per strada ad Arzachena: il giudice lo condanna a 4 anni

L’aveva sorpresa alle spalle e si era avvinghiato. La difesa presenterà ricorso in appello contro la sentenza

22 gennaio 2022
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CANNIGIONE. Mentre camminava per strada nel buio della notte si era sentita avvinghiare da dietro. Le braccia di un uomo avevano avvolto e stretto il suo corpo raggiungendo le parti intime. Lei si era girata di scatto reagendo violentemente: gli aveva sferrato uno schiaffo senza riuscire però a colpirlo, e aveva urlato. Lui allora era scappato via.

Per il giudice il responsabile di quella violenza è Berto Unida, 47 anni, di Arzachena, già noto alle forze dell'ordine per reati specifici commessi a Olbia nel 2005.

L’uomo, accusato di violenza sessuale per aver abbrancato da dietro e palpeggiato la donna, è stato processato e condannato a quattro anni di reclusione con rito abbreviato dal gup del tribunale di Tempio, Marco Contu. Vano il tentativo del suo difensore, l’avvocato Pierfranco Tirotto, di chiedere l’applicazione dell’attenuante specifica per violenza di minore gravità prevista dalla Cassazione, una richiesta argomentata a lungo dalla difesa prima della camera di consiglio. Il difensore ha anche fatto leva sul fatto che non ci fosse la certezza che a commettere quel gesto fosse stato effettivamente lui: il riconoscimento dell’uomo da parte della vittima era stato fotografico. Ma la linea difensiva non ha trovato d’accordo il gup. Che ha invece condiviso l’impianto accusatorio e l’ha condannato a quattro anni di reclusione. Un palpeggiamento, l’ennesimo messo in atto da Unida, costato caro all’imputato. Che già nel 2007 era stato condannato dal tribunale di Tempio (fatti del 2005) per aver palpeggiato alcune ragazze olbiesi. Per un altro episodio risalente al 2013, l’uomo è stato invece prosciolto (è stato riconosciuto incapace di intendere e di volere).

Il fatto al centro del processo che si è concluso ieri è accaduto a Cannigione nel 2018. A denunciare la violenza, la donna che, stando alle accuse della Procura, sarebbe stata raggiunta alle spalle da Unida mentre camminava per strada all’una del mattino. L’avrebbe abbrancata da dietro bloccandola e toccandole le parti intime. Lei, colta di sorpresa e terrorizzata, aveva reagito energicamente per difendersi: si era divincolata dalla presa e aveva urlato, cercando di colpire con uno schiaffo l’uomo. Che era fuggito. Nonostante quel momento concitato, sarebbe riuscita a vederlo in faccia. E quando i carabinieri gli avevano mostrato le foto di diverse persone, aveva indicato lui.

Il difensore presenterà appello contro la sentenza di condanna.



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