La Nuova Sardegna

Olbia

Due rose sulla bara bianca del giovane morto in hotel

Due rose sulla bara bianca del giovane morto in hotel

A San Paolo il funerale di Eduard Mihai, fulminato da un’overdose di cocaina Era coinvolto insieme a una complice nell’inchiesta su un giro di baby squillo 

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OLBIA. Una bara bianca e due rose poggiate sopra. Così l’ultimo saluto a Eduard Mihai, olbiese poco più che ventenne, di origine romena, morto per probabile overdose in un hotel di Firenze la notte tra il 17 e il 18 gennaio. Il funerale è stato celebrato in forma riservata ieri mattina nella chiesa di San Paolo, dove erano presenti familiari, parenti e amici del giovane. All’ingresso della chiesa un banchetto con una foto del giovane e un albo per le dediche. Al termine della cerimonia funebre, la bara è stata trasportata nel cimitero di Su lizzu per la sepoltura.

Intorno alla vita e alla morte di Eduard Mihai si intrecciano due inchieste, terribili del momento in cui riguardano ragazzi giovanissimi e in qualche caso addirittura minorenni.

La prima inchiesta riguarda il giro di baby squillo scoperto dalla polizia di Olbia lo scorso aprile. Un vortice si sesso, droga e soldi organizzato proprio da Mihai con una complice appena 18enne – forse la fidanzata – sarda di Pozzomaggiore. Nella rete della coppia erano finite anche alcune ragazzine minorenni olbiesi, reclutate sul web per prostituirsi in abitazioni e bed&breakfast. Le indagini svolte dagli investigatori della squadra anticrimine della polizia di Olbia, guidata dal commissario Lino Collu e coordinata dal vice questore Fabio Scanu avevano portato all’arresto di Mihai e della sua complice, eseguito a Firenze (dove i due stavano allargando il loro giro d’affari). L’ordine di arresto era stato firmato dal gip di Cagliari, Roberto Cau, su richiesta del pm della Dda di Cagliari, Gilberto Ganassi. Dopo quasi tre mesi in cella, Eduard Mihai e la sua complice erano stati scarcerati il 17 gennaio scorso, su richiesta del loro difensore, l’avvocato Eros Masuri. Il giudice aveva concesso gli arresti domiciliari: lei a Pozzomaggiore, dove ora si trova, lui invece a Olbia dove però non è mai arrivato. Vivo, almeno.

Cosa è successo tra il 17 e il 18 gennaio è oggetto della seconda inchiesta giudiziaria, che riguarda le circostanze della morte di Mihai nell’hotel di Firenze dove la coppia ha trascorso la sera e la notte prima di imbarcarsi sulla nave in partenza da Livorno per la Sardegna. I carabinieri della stazione Uffici del comando provinciale di Firenze indagano su chi, come e dove ha venduto al giovane la droga portata nell’hotel forse per “festeggiare” la scarcerazione e il ritorno in Sardegna. Sul corpo del giovane è già stata effettuata l’autopsia disposta dalla Procura di Firenze titolare dell’inchiesta. Il risultato si conoscerà nei prossimi giorni, ma l’ipotesi della morte per overdose di cocaina resta sempre la più probabile. Nel frattempo Eduard Mihai – il suo corpo senza vita – è finalmente ritornato a Olbia per il funerale e la sepoltura.(m.b.)

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