Carceri, l’ipotesi choc: «La Sardegna potrebbe accogliere 550 detenuti al 41bis»
L’arrivo dei boss mafiosi, sono iniziati i trasferimenti di detenuti da Badu ‘e Carros s Bancali. Pittalis, Fi e Lai, Pd: «Pronti ad azioni forti»
Sassari Sono 16 i detenuti di media sicurezza trasferiti nei giorni scorsi dal carcere di Badu ’e Carros, a Nuoro, a quello di Bancali, a Sassari. Altri spostamenti hanno interessato anche gli istituti di Oristano e Cagliari. Movimenti che sul territorio stanno alimentando timori e interrogativi sempre più insistenti. L’ipotesi, al momento non confermata ufficialmente, è che questi trasferimenti servano a liberare spazi in vista dell’arrivo di detenuti sottoposti al regime speciale del 41-bis provenienti dal Continente. Uno scenario che prende forza dalla coincidenza temporale tra il trasloco in atto, i lavori di manutenzione nel penitenziario nuorese e le interlocuzioni avviate in sede di Conferenza Stato-Regioni sulla riorganizzazione e razionalizzazione degli spazi detentivi destinati al regime speciale. Per ora, va ribadito, si resta nel campo delle ipotesi. Ma il quadro complessivo ha acceso un forte dibattito politico, con prese di posizione nette da parte di maggioranza e opposizione.
A sollevare formalmente la questione è stato il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis, che ha depositato un’interrogazione con risposta orale al ministro della Giustizia chiedendo chiarimenti sul progetto. Secondo il deputato azzurro, «destinare strutturalmente il carcere di Badu ’e Carros ai soli detenuti sottoposti al regime speciale significa trasformare Nuoro in una grande enclave dell’alta sicurezza, creando una vera e propria servitù penitenziaria, con pesanti ricadute sulla comunità locale sarda che già sostiene una condizione di significativi spazi sottratti alla comunità». Pittalis ricorda inoltre che «un’ala del carcere è già destinata al trattamento speciale di cui all’art. 41-bis», ma che «destinare l’intero istituto a un simile scopo metterebbe in atto un trattamento che più che di rieducazione parla di annientamento della persona», esponendo al contempo il territorio «all’attecchimento di nuove forme di attività criminali, ad oggi sconosciute». E ancora: «Mi auguro che lo spostamento dei detenuti di media sicurezza dal carcere di Badu ’e Carros a Bancali sia legato ai lavori programmati di manutenzione dell’istituto, che versava in condizioni degradate». Ma aggiunge: «Personalmente, e posso tranquillamente rappresentare il parere del mio partito, sono assolutamente contrario all’ipotesi, e sottolineo ipotesi, del Governo. Perché così mi auguro che resti». «Se il progetto venisse confermato, allora FI agirà di conseguenza valutando una serie di iniziative politiche».
Molto duro l’intervento del deputato e segretario regionale del Pd Silvio Lai. «È evidente l’imbarazzo con cui il partito della premier prova a minimizzare, ma i fatti vanno in una direzione opposta alle rassicurazioni. Qui non siamo di fronte a suggestioni o a letture politiche forzate: i dati, gli atti, le dichiarazioni del sottosegretario Delmastro in Conferenza Stato-Regioni e i movimenti concreti del sistema penitenziario raccontano un disegno che esiste ed è già in corso. Il Governo continua a sostenere che non ci sia un piano complessivo, ma intanto dichiara di voler applicare una norma obsoleta che concentra sulle isole, di fatto sulla sola Sardegna, e su istituti specializzati esclusivamente nel 41-bis la presenza dei detenuti sottoposti a quel regime. La conseguenza è chiara: a Sassari verranno spostati altri detenuti per fare spazio ai 41-bis, lo stesso avverrà a Uta, e i lavori previsti a Nuoro vanno nella medesima direzione». E prosegue: «Secondo valutazioni di esperti del settore, questo assetto potrebbe portare le carceri di Sassari, Cagliari e Nuoro a ospitare tra i 500 e i 550 detenuti al 41-bis su un totale di circa 750, trasformando di fatto la Sardegna nel principale polo nazionale del regime speciale. Quindi sì, questo progetto è reale, non teorico. Ed è proprio per questo che chiediamo trasparenza e un confronto pubblico: perché quando le decisioni vengono prese a pezzi, senza una discussione complessiva e senza assunzione di responsabilità politica, il risultato finale può essere devastante per un territorio».
Poi il deputato Lai si sofferma su Nuoro: «Mi risulta – e non solo a me – che siano già in corso spostamenti di detenuti di media sicurezza dal carcere di Badu ’e Carros, proprio per liberare spazi in vista dei lavori di ristrutturazione del penitenziario nuorese. Questi non sono dettagli tecnici neutri: sono passaggi coerenti con una riorganizzazione profonda dell’assetto carcerario dell’isola». E conclude: «Il punto politico è semplice: se davvero non esiste alcun disegno, il Governo lo dimostri fermando questa corsa in avanti; se invece il disegno esiste, come tutto lascia intendere, non può essere imposto alla Sardegna senza confronto e senza assumersene la responsabilità davanti al Parlamento e al Paese. Minimizzare oggi significa preparare domani una scelta già fatta. E noi questo non lo accettiamo. Per questo ci proponiamo di presentare una mozione alla Camera e al Senato, aperta alla firma di tutti i parlamentari sardi, di ogni forza politica, per chiedere al Governo impegni chiari a fermare questo piano. Lì si vedrà la vera volontà politica di ciascuno: se viene prima l’appartenenza o il futuro della Sardegna». (luigi soriga)
