La Nuova Sardegna

Olbia

Un ospedale di comunità? Il no secco di Biancareddu

di Giuseppe Pulina
Un ospedale di comunità? Il no secco di Biancareddu

L’intervento dell’assessore regionale di Tempio durante il consiglio straordinario «Il mio voto non potrà essere dato a chi vuole declassare il nostro Paolo Dettori»

06 febbraio 2022
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TEMPIO. Sarà l’assessore regionale alla Istruzione, ma in questi ultimi anni si è occupato spesso anche di sanità. E ora che per il “Paolo Dettori” di Tempio e gli altri presidi ospedalieri della Gallura si è vicini alla resa dei conti (lo fa pensare il varo del prossimo piano sanitario), Andrea Biancareddu promette di dare ancora battaglia. È disposto a votare contro la giunta di cui è assessore per questioni sulle quali ritiene non si debba transigere in alcun modo. «Il mio voto – ha dichiarato nel consiglio straordinario convocato dal sindaco Giannetto Addis per discutere di sanità – non sarà dato a chi vorrà fare del Paolo Dettori un ospedale di comunità». Con linguaggio colorito e sanguigne riflessioni, ha fatto il punto sulla sua quasi impossibile “mission” per la causa dell’ospedale. «Riconoscerete che è difficile intervenire come assessore alla Pubblica Istruzione, ma chiedo che siano compresi gli sforzi che ho fatto. Mi spiace che qualcuno pensi che a Cagliari io stia giocando a tennis e mi disinteressi dell’ospedale in cui per quarant’anni ha lavorato anche mio padre». L’assessore tempiese rivendica meriti e non nasconde qualche delusione. Come quella dei risultati seguiti a certe dichiarazioni con le quali preannunciava con entusiasmo l’arrivo al “Paolo Dettori” di pediatri e anestesisti. Il problema sono i numeri che penalizzano alcune realtà più di altre. «Ora ci sono 270 posti a concorso, e, tra questi, 34 cardiologi, tutti a tempo indeterminato. Se dovessero esserci più posti che persone, bisognerà chiedere proroghe, perché, se necessario, vengano medici anche dall’Egitto o da qualsiasi altro posto. Il personale va reclutato».

Una battaglia ancora in corso e dal difficile esito positivo è quella del numero chiuso in Medicina. Biancareddu appartiene alla schiera di politici che lo abolirebbero senza pensarci più di tanto. «Il numero chiuso in Medicina? Una cazzata. I test sono inadeguati per intuire le qualità del futuro medico. Per questo ho proposto di dare più soldi alle Università, affinché aumentino le immatricolazioni». Per dare ossigeno all’ospedale tempiese ritorna anche su una vecchia proposta: una convenzione tra Sassari e Tempio. «Noi abbiamo fior fior di ortopedici e loro abbondano di anestesisti; uno scambio gioverebbe a entrambi e si potrebbero riavviare diversi reparti».

Sui numeri ha incentrato la sua analisi anche Emiliano Deiana, presidente di Anci Sardegna, per il quale risponde a una buona proposta la ridistribuzione del personale. «Apprezzo l’intendimento di attuare un’ottica di rete, perché consentirebbe una maggiore reciprocità tra gli ospedali galluresi. C’è poi la proposta di un piano sanitario che, certo, non può essere solo ospedaliero».

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