La Nuova Sardegna

Olbia

La Cgil della Gallura compie quarant’anni e guarda avanti

La Cgil della Gallura compie quarant’anni e guarda avanti

Militanti, vecchi e nuovi dirigenti alla festa del tesseramento Nel 1980 la conquista dell’autonomia provinciale da Sassari

04 giugno 2022
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OLBIA. C’è un momento, nelle vicende della città, che chi studierà in profondità la storia dei tumultuosi decenni di crescita che hanno trasformato Olbia in una delle realtà urbane ed economiche più dinamiche dell’isola non potrà dimenticare: la nascita della Cgil Olbia-Tempio a che nel 1980 vince la battaglia con Sassari e si rende autonoma dal capoluogo provinciale, dimostrando la capacità del sindacato di anticipare e cogliere una tendenza che negli anni seguenti si estenderà a tutti i settori della vita pubblica e delle istituzioni. A 42 anni da quella scelta, la Cgil della Gallura – che in occasione del 2 giugno ha inaugurato nuovi locali nella sede di via del Piave – ha voluto ricordare quel passaggio storico con una festa del tesseramento (e concerto finale serale con sagra delle cozze in piazza Nassirya) alla quale hanno partecipato nuovi e vecchi dirigenti, oltre ovviamente a tanti militanti del sindacato.

Il sindacato lungimirante. È stato Franco Sionis, dopo il saluto della segretaria generale Luisa Di Lorenzo e la inconsueta benedizione dei nuovi locali da parte di don Giovanni Debidda, a inquadrare la scelta autonoma del sindacato nella storia della città e del territorio: «La Gallura aveva necessità di strutture di tipo provinciale e portammo avanti la battaglia con successo». Tra i fondatori della Cgil Scuola gallurese e assessore Pci alla cultura nella giunta che governò Olbia dal 1980 al 1985, Sionis ha ripercorso la storia cittadina dalla rivolta popolare che negli anni 19-20 del secolo scorso riportò indietro l’approdo del piroscafo trasferito nel 1883 a Golfo Aranci, «allora una landa deserta», per interessi particolari di proprietari terrieri: «In piazza Regina Margherita parlarono Lucio Sechi, segretario comunale e amico di Attilio Deffenu, il farmacista Demartis, l’avvocato Antonio Sotgiu. La popolazione sradicò anche parti del binario per Golfo Aranci. La città, già da allora, esercitava una forte attrazione sulle zone interne e sulla stessa penisola. Olbia si riempì di continentali, gli abitanti passarono presto da 4600 a 10mila e la crescita non si è mai fermata».

A fronte di questo, però, «Olbia è stata penalizzata per decenni dall’inconsistenza della classe dirigente». Una inadeguatezza che la Cgil, con la scelta del 1980, ha contribuito a superare ma che – ha sottolineato ancora Sionis – si presenta di nuovo: «Dalla questione della gestione degli aeroporti sardi ai maxi yacht nel cuore della città la realtà locale tace. Sono scelte giuste? Sono state ponderate, discusse? Il sindacato si ponga il problema e prenda posizione».

Amarcord. Molti gli interventi che hanno ricostruito 42 anni di storia sindacale. Franco Monaco ha rievocato una delle prime manifestazione e l’autogestione alla Cerasarda. Tore Mura ha ricordato Bastiano Caria, primo segretario della Camera del lavoro gallurese. Giovanni Deiana ha raccontato com’era il turismo e i primi contratti con le strutture della Costa Smeralda. Gli aneddoti di Lina Cugini hanno spiegato com’era difficile fare sindacato, raccontando ad esempio del padre Vittorio denunciato da un datore di lavoro ma per fortuna assolto grazie a un giudice che non considerò reato dare del “cornuto” alla controparte durante uno scontro sindacale. Tra gli amarcord anche quelli di Domenico Piccinnu e di Salvatorico Valleri, che lasciò la Cgil per costituire la Uil. Dettagliato e appassionato l’intervento di Michele Carrus, a lungo segretario generale della Cgil Gallura e poi segretario regionale che ha ricostruito le tante vertenze e battaglie del sindacato per migliorare la condizione dei lavoratori e difendere l’economia del territorio.

Presente e futuro. Quando la Cgil Gallura è nata contava meno di 10mila iscritti ora ne ha 20mila, il doppio. Lo ha detto Luisa Di Lorenzo, spiegando anche che in questi decenni il sindacato si è adeguato ai tempi: «Le leggi cambiano in continuazione e il Covid ha ulteriormente accelerato le dinamiche. Bisogna essere pronti a reagire». Tre le priorità per il futuro della Gallura: «La sanità inadeguata con i tre ospedali in difficoltà e la Regione inefficiente; le infrastrutture stradali incomplete dalla Olbia-Sassari, alla Olbia-Tempio, alla Olbia-Arzachena; la continuità territoriale e il porto che rischia l’emarginazione a causa del mancato escavo del fondale che impedirà l’ingresso delle navi più grandi. Se queste sono le premesse – ha aggiunto la segretaria generale della Cgil Gallura – anche a fronte di una stagione turistica che si annuncia importante nei numeri è necessario mettere in campo politiche che ci permettano di mantenere questi numeri nel tempo. Perché, ad esempio, se manca la sicurezza di una sanità efficiente corriamo il serio rischio che il turista non torni più. E non possiamo permettercelo: perché se è vero che in Gallura il lavoro non manca, è anche vero che si tratta di lavoro povero». (a.se.)
 

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