La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia

«Stava rischiando di annegare, l’hanno visto e sono ripartiti»

«Stava rischiando di annegare, l’hanno visto e sono ripartiti»

Olbia, 80enne su una canoa travolto dall’onda di un grosso yacht a Portisco. L’indignazione di un imprenditore presente al salvataggio

06 luglio 2022
3 MINUTI DI LETTURA





Olbia Certe cose pensi accadano solo nei film. Un uomo di 80 anni prende la canoa, va ad ammirare da vicino la meravigliosa nave Amerigo Vespucci ormeggiata all’ingresso del golfo di Cugnana, ci gira intorno poi riprende soddisfatto la rotta verso terra, quando accade quello che si vede in certi film horror o di costume, appunto: a una certa distanza passa uno dei grandi yacht che solcano i mari estivi della costa più ricca della Sardegna, l’onda generata raggiunge la canoa, la rovescia, l’80enne finisce in acqua e comincia il dramma. Passa un gommone con due uomini a bordo, altri turisti, sentono l’uomo che grida aiuto, lo guardano, gli dicono «dai che ti tiri su». E se ne vanno.

L.R., romano, per fortuna è salvo. A tirarlo fuori esausto dall’acqua è stato il comandante di un’altra imbarcazione, Riccardo Sanna, un bosano che svolge l’attività professionale lungo la costa gallurese.

Lo racconta, colmo di indignazione per ciò che ha visto, un altro bosano, Vincenzo Pischedda, noto imprenditore del settore alberghiero e della ristorazione, che era arrivato in Gallura a trovare l’amico e lo ha aiutato a salvare il turista 80enne. «Pazzesco – sbotta – noi ci fermiamo durante la navigazione anche per prendere la plastica che galleggia e questi bastardi non si fermano nemmeno per salvare le persone che stanno annegando. Era mezzogiorno, eravamo usciti da poco da Portisco. Abbiamo sentito la voce del signore che urlava chiedendo aiuto, ci siamo girati e abbiamo visto la scena da una certa distanza. La barca che aveva generato l’onda si allontanava, forse non si sono accorti di aver rovesciato la canoa. Subito dietro, un gommone grigio, con due adulti a bordo, continentali: hanno detto al povero signore “dai che ti tiri su” e se ne sono andati. Nel frattempo ci siamo avvicinati. Riccardo, soprattutto, ha fatto il necessario: ha recuperato l’anziano signore, la canoa e anche le sue ciabatte. Poi lo abbiamo aiutato a riprendersi e lo abbiamo accompagnato in un porticciolo lì vicino, sulla sinistra. Ci ha raccontato che i figli non avevano potuto accompagnarlo a vedere la Vespucci ma che ci teneva tanto e aveva preso la canoa. Aveva anche il giubbotto salvagente. Non è bastato: una volta in acqua era in grave difficoltà. È andata bene».

Il lieto fine, però, non placa la rabbia di Vincenzo Pischedda. Che vuole denunciare ciò che ha visto: «Non può succedere, non è accettabile: non puoi fare finta di nulla davanti a una persona che sta annegando».

Già, è sperabile che chi deve vada a chiederne conto agli interessati.

L’imprenditore bosano, comunque, propone un altro finale: «Magari il comandante della Vespucci potrebbe invitare a bordo questo vecchietto che coraggiosamente innamorato della nave pur di vederla da vicino ha rischiato così tanto». (a.se.)

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative