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Olbia è tra le città più care d’Italia

Olbia è tra le città più care d’Italia

È stata inserita dall’Istat nell’aggiornamento di settembre sui “Prezzi al consumo”. Qui costa tutto di più: mangiare, viaggiare, pagare le bollette e andare al ristorante

25 ottobre 2022
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Olbia Olbia è tra le città più care d’Italia. Sì, perché qui i prezzi corrono e tutto costa sempre di più: mangiare, pagare la bolletta, andare al ristorante e viaggiare. È la “fotografia” scattata dall’Istat secondo la quale, a Olbia, l’inflazione è arrivata a settembre alla doppia cifra: 10,1%. Cinque punti in più rispetto a quella registrata a gennaio (5,2%). Non solo. È più alta di quella delle città di Sassari (9,2%) e Cagliari (8,9%) e tra le più alte, appunto, di tutto il Paese.

I dati sono contenuti nell’aggiornamento dello scorso mese dell’Istat sui “Prezzi al consumo”. E Olbia è stata inserita nella lista dell’indagine statistica come unica città italiana non capoluogo di provincia.

«Se da una parte si apprezza l’importante riconoscimento dato alla città di Olbia dall’Istat (le altre due città monitorate sono Sassari e Cagliari) – dice Luisa Di Lorenzo, segretaria generale della Cgil Gallura – dall’altra intendiamo seguire con attenzione tutti gli aggiornamenti per verificare l’aumento dei prezzi e aiutare famiglie e lavoratori. L’inflazione sui “prodotti alimentari e le bevande alcoliche”, quelli comprati nei supermercati, a Olbia è arrivata al 13,1%. L’inflazione su “Abitazione, acqua, elettricità, gas” è arrivata al 36,1%. E ancora: quella su “Energia, gas” è ora pari al 73,7% e quella sui “Servizi di trasporto”, e quindi i biglietti per pullman, treni, navi e aerei, è arrivata a 31,7%».

Negli ultimi mesi - va avanti Di Lorenzo, «l’inflazione ha bruciato una mensilità ai lavoratori e pensionati. Chi lavora o percepisce una pensione, sperimenta sulla propria pelle il rischio di impoverirsi: spendendo l’80 per cento del proprio reddito nelle spese fondamentali per la casa, le famiglie saranno costrette a scegliere se pagare le bollette, mangiare, curarsi oppure riscaldarsi. L’aumento è forte per i generi ad alta frequenza di acquisto (tra cui alimentari e prodotti per la casa e per la cura della persona. E il risultato è uno: si spende di più e si acquista di meno. Chi percepisce un reddito inferiore ai 40mila euro, nell’ultimo anno si è visto ridurre la capacità di acquisto sino a 2500 euro, per effetto dell’inflazione. Aumentano i prezzi, mentre non si incrementa allo stesso livello il potere di acquisto dei salari».

Secondo la Cgil Gallura «imprese e Governo devono assumersi precise responsabilità per riuscire al trovare soluzioni ai problemi. Come sindacato, pensiamo sia necessario un intervento sugli extra-profitti per finalizzare tali risorse ai redditi di lavoratori e pensionati e alle misure di remunerazione sociale come il bonus energia che, secondo noi, dovrebbe riguardare famiglie con redditi Isee fino a 20mila euro. Siamo inoltre convinti – chiude Luisa Di Lorenzo – che la quattordicesima mensilità debba essere un diritto per tutte le tipologie di lavoratori e non solamente per alcuni. E chiediamo che per i pensionati venga aumentato l’importo della 14esima e che venga allargata la platea dei beneficiari. Come Cgil Gallura pubblicheremo, sulla nostra pagina Facebook, alcune guide per poter risparmiare su luce, gas, telefoni e carburante».

Intanto la Federconsumatori, attraverso Giandomenico Dalias, responsabile per la Gallura, fa sapere che è a disposizione a Olbia, in via Del Piave, per fornire alle famiglie, ai lavoratori e a tutti i consumatori aiuto e assistenza. (s.p.)

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