La Nuova Sardegna

Olbia

Il futuro energetico

Gnl, Marzano resta in campo con il deposito di Cala Saccaia a Olbia

di Giandomenico Mele
Gnl, Marzano resta in campo con il deposito di Cala Saccaia a Olbia

Nessuna smobilitazione dopo la cessione della rete a Italgas

04 gennaio 2023
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Olbia Il futuro prossimo di Olbia si chiama gas naturale liquefatto, in attesa che prendano forma i progetti sull’eolico marino galleggiante. La richiesta delle autorizzazioni per due depositi di Gnl della neonata Janagas, dopo l’acquisizione da parte del gruppo Italgas della rete del gas cittadino di Fiamma 2000, rappresenta per Olbia una rivoluzione. Ci sono 430 chilometri di rete in cui ora passa il Gpl (gas di petrolio liquefatti) e in cui a breve transiterà il gas naturale liquefatto. Non è un caso che la linea di continuità sui progetti energetici di Olbia sia targata Vittorio Marzano, imprenditore e titolare di Fiamma 2000, recentemente nominato cittadino onorario. Da un lato perché la famiglia Marzano ha ceduto le reti al gruppo Italgas. Dall’altro perché proprio Marzano è uno dei protagonisti dell’altro progetto strategico per il futuro del Gnl ad Olbia: il deposito di Cala Saccaia. La Olbia Lng Terminal, infatti, è ormai costola della Olbia EnerClima 50, società partecipata paritariamente al 47,5 per cento proprio da Vittorio Marzano e da BB Energy Trading, oltre al 5 per cento del socio Antonio Nicotra.

La nuova rete La nuova rete del gas di Olbia appartiene al gruppo Italgas attraverso la società Medea Spa, che controlla 1400 chilometri di reti del gas naturale, più 600 chilometri di reti alimentate da Gpl a Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano: che nelle intenzioni dell’azienda saranno riconvertite in reti per il gas naturale. A queste ultime si aggiungeranno le reti acquisite da Fiamma 2000, tra queste quella di Olbia. Si tratta di reti che consentono a Olbia di allinearsi alle altre più importanti aree industriali della Sardegna. L’arrivo del gas naturale rappresenterà quindi per Olbia un importante passaggio nella fase di transizione energetica dalle fonti fossili, come carbone e petrolio, a quelle rinnovabili, come eolico e solare. I depositi di Gnl che Janagas intende realizzare dovranno servire da punto di partenza per l’approvvigionamento della rete di Olbia. Il gas naturale arriva attualmente in Sardegna con navi gasiere, viene stoccato principalmente nel rigassificatore Higas di Oristano, per poi venire distribuito e commercializzato da Italgas, attraverso la rete che appartiene alla società Medea, sempre del gruppo Italgas, che controlla 1400 chilometri di reti del gas naturale più 600 chilometri di reti alimentate da Gpl a Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano. A queste ultime si aggiungeranno quindi le reti acquisite da Fiamma 2000, tra queste quelle di Olbia, della lunghezza di 430 chilometri.
Deposito di Cala Saccaia Prosegue invece il suo percorso autorizzativo il deposito di Gnl previsto a Cala Saccaia dalla Olbia Lng Terminal, che intende realizzare su un terreno della zona industriale, sulla strada per Pittulongu, un terminal costiero di metano liquido da 40mila metri cubi e una centrale elettrica. Il gas naturale arriverebbe con navi metaniere sino al terminal, avverrebbe quindi lo stoccaggio all’interno di un serbatoio criogenico, la vaporizzazione di parte dei quantitativi ricevuti e la successiva distribuzione, sia allo stato liquido che gassoso. La Regione ha chiesto approfondimenti sull’impatto paesaggistico, solleva dubbi sulla convivenza del binomio serbatoio-centrale elettrica e mitilicoltura e sotto il profilo della sicurezza chiede un’analisi dei possibili effetti su persone e ambiente in caso di incidenti. La preoccupazione sollevata dal Consorzio dei molluschicoltori sulla sopravvivenza di cozze, arselle e vongole trova conferma nelle osservazioni della Regione. Inizialmente, infatti, il progetto prevedeva che dal golfo venisse prelevata acqua per raffreddare l’impianto, per poi rimetterla in mare con un incremento di temperatura di circa 5 gradi, nel limite di 35.

La Regione sottolineava però che «non possono essere escluse interferenze con le attività di molluschicoltura presenti nel golfo di Olbia, a causa, in particolare, del locale innalzamento della temperatura dell’acqua in corrispondenza dello scarico a mare e del possibile intorbidimento delle acque dovuto all’incremento del traffico navale». La Olbia Lng Terminal aveva così scelto di cambiare il progetto. La centrale non sarà più raffreddata prelevando l’acqua del golfo, ma il bilanciamento termico avverrà ad aria con l’installazione di torri di condensazione. È la prima importante modifica, insieme al taglio di 15 metri di altezza, che è arrivata dopo la presentazione delle osservazioni al ministero della Transizione ecologica.

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