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La Maddalena, la pace del Parco con i frontalieri passa dal raddoppio delle licenze a mare

L'invasione estiva delle barche nell'arcipelago della Maddalena
L'invasione estiva delle barche nell'arcipelago della Maddalena

Ma il ministero non accoglierà nessuna revisione del disciplinar fino a quando resterà in piedi il ricorso al Tar

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La Maddalena L’apertura del Parco alle richieste dei comuni frontalieri sulle quote delle licenze a mare di noleggio e locazione apre uno scenario di attesa, ma anche di riflessione. Gli operatori maddalenini, che avevano accolto con gioia il disciplinare che stabiliva che il 75% delle autorizzazioni (rilasciate entro il 2022) fosse dei residenti e il 25% dei non residenti, sono rimasti un po’ stupiti dall’inaspettata apertura ai comuni frontalieri del Parco, di cui non sapevano nulla.

All’indomani dell’incontro con i sindaci hanno avviato delle interlocuzioni con il presidente del Parco, Fabrizio Fonnesu e il direttore Giulio Plastina. Fonnesu, nella riunione con i primi cittadini, ha manifestato chiaramente la volontà di cambiare il disciplinare accogliendo le richieste di Olbia, Arzachena, Santa Teresa e Palau.

Nel corso della riunione - «a cui siamo stati invitati e non a cui siamo stati convocati», come ha tenuto a precisare il sindaco di Olbia Settimo Nizzi venerdì sera – il presidente Fonnesu ha detto di avere presentato al ministero dell’Ambiente una nuova bozza, respinta, perché resta in piedi il ricorso al Tar presentato dagli operatori frontalieri insieme al comune di Arzachena.

Occhi puntati quindi sul 13 marzo, data in cui la Camera di consiglio del Tar si esprimerà nel merito del ricorso. Non è quindi ancora chiaro se il ricorso verrà ritirato dopo le garanzie del Parco di allargare la forbice delle autorizzazioni a mare per i non residenti. O se bisognerà aspettare la sentenza il cui esito, secondo Nizzi, è scontato contro il Parco, riassunto nella frase «piddeti podda forte (prendete una batosta forte)». Delle due l’una. O gli operatori ritirano il ricorso subito e quindi il Parco presenta il nuovo disciplinare al ministero, ma non prima di averne discusso con il consiglio direttivo del Parco che lo deve approvare. Oppure, per dare seguito all’accordo preso con i comuni frontalieri venerdì l’ente di tutela deve quasi sperare di perdere al Tar.

È poi affidato ai numeri il voto del Consiglio direttivo, chiamato a cestinare il vecchio disciplinare che aveva votato all’unanimità, per votarne uno nuovo su cui potrebbero sorgere questioni di natura ambientale. La soluzione proposta dal direttore Giulio Plastina per venire incontro alle richieste dei comuni frontalieri, consisterebbe nel raddoppiare i numeri delle autorizzazioni per il noleggio e la locazione tenendo comunque fermo il tetto massimo delle 2500 giornaliere. Da 360 del vecchio disciplinare il noleggio passerebbe a 600, mantenendo le quote 75% ai maddalenini e 25% ai non residenti. La locazione verrebbe allargata a 700. Sempre autorizzazioni congelate al 2022. Barche che avrebbero sempre tre specchi acquei riservati, che si ritroverebbero un carico antropico raddoppiato, senza alcun monitoraggio preventivo sulla capacità di quelle porzioni di mare di sopportare certi numeri. I monitoraggi, finanziati da due anni per 200mila euro dal Parco nazionale, non sono mai stati affidati all’università o un ente terzo. (red.ol.)

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