Olbia, il giudice: «Nessun inquinamento ambientale a Murta Maria»
La discarica di Spiritu Santu, prosciolto dall’accusa il dirigente del Cipnes, Gianni Maurelli
Olbia La battaglia del comitato di frazione di Murta Maria contro la discarica di Spiritu Santu, e in particolare l’esposto con cui i cittadini denunciavano miasmi insopportabili proveniente dall’impianto del Consorzio industriale, si è chiusa in tribunale a favore del Cipnes. Si tratta di uno dei tanti esposti che i cittadini hanno presentato alla magistratura sollecitando accertamenti sull’attività dell’impianto consortile: da anni il Comitato di frazione protesta per gli odori che arriverebbero dalla discarica.
Ma il verdetto del tribunale ha mandato assolto l’imputato, il responsabile del settore igiene e ambiente del Cipnes, Gianni Maurelli. Le indagini della Procura risalgono al 2017. In udienza preliminare, Maurelli, è stato prosciolto da un’accusa parecchio pesante, quella di inquinamento ambientale (che prevede una condanna fino a 6 anni di reclusione). Dagli accertamenti eseguiti non è emersa la presenza di cattivi odori nel centro abitato. Il gup ha quindi emesso sentenza di non luogo a procedere. Caduto il reato più grave, la vicenda giudiziaria si chiude ora definitivamente, dopo sei anni dall’avvio dell’inchiesta, con la prescrizione di due contestazioni minori.
Due delitti contravvenzionali, sempre legati alle “molestie olfattive” denunciate dai cittadini, per i quali Gianni Maurelli, difeso dall’avvocato Marzio Altana, era stato rinviato a giudizio. Il giudice Alessandro Cossu ha dichiarato la prescrizione. Dopo l’esposto presentato dal Comitato di frazione da anni in guerra contro la discarica consortile, la Procura aveva aperto un’indagine e disposto accertamenti urgenti nella borgata e nell’impianto di smaltimento e trattamento dei rifiuti. Gli stessi carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Sassari, delegati dalla Procura per gli accertamenti, si erano spostati in cinque punti diversi della frazione per verificare olfattivamemente la presenza nell’aria di cattivi odori, ma le emissioni maleodoranti non erano state avvertite. La presenza di miasmi invece era stata accertata ovviamente all’interno dell’impianto consortile.