Arzachena, operaio morì nel cantiere: assolti i titolari dell’impresa
Gheorghe Pogar era stato sepolto da una frana
Arzachena Gheorghe Pogar, operaio romeno di 32 anni, era morto sepolto sotto una montagna di terra mentre lavorava alla posa delle condotte idriche di Abbanoa in uno scavo sulla Arzachena-Tempio, in località Li Tauli. I vigili del fuoco avevano lavorato per ore per riuscire a estrarre il cadavere dell’operaio. Era il 26 gennaio 2007. Il giudice Nicola Bonante ha assolto Filippo Muscarà e la moglie Filippa Bonina, entrambi palermitani e imprenditori nel settore del movimento terra, che erano stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Dal processo non sono emerse responsabilità a carico dei titolari dell’impresa che gestiva l’appalto per conto di Abbanoa.
Per lo stesso incidente sul lavoro era stato già assolto nel 2013, per non aver commesso il fatto, il coordinatore per la sicurezza nel cantiere a cielo aperto. Ora la chiusura della vicenda giudiziaria con l’assoluzione anche dell’impresa che stava eseguendo i lavori. Gheorghe Pogar lavorava in un cantiere sulla strada tra Arzachena e Tempio, e insieme ad altri operai era intento al ripulire la carreggiata dal terriccio quando il terreno sotto i suoi piedi era franato, travolgendolo e seppellendolo sotto una montagna di terra, decine di metri cubi di terriccio.
Inutili i tentativi di soccorso del resto della squadra. Quando gli altri operai riuscirono ad aprire uno spiraglio nella terra che continuava a franare l’uomo era già morto. L’incidente era accaduto a fine giornata di lavoro, quando gli operai stavano per rientrare a casa. Gheorge Pogar venne travolto dal collassamento di un lato della trincea aperta per la posa dei tubi della rete idrica.