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Olbia, due pareri negativi al deposito Gnl a Cala Saccaia: «Troppo impattante e inquinante»

di Serena Lullia
Olbia, due pareri negativi al deposito Gnl a Cala Saccaia: «Troppo impattante e inquinante»

Dipartimento Ambiente e sanità dell’Iss e Soprintendenza chiedono modifiche al progetto. La Lng ribatte: «Il serbatoio è ben inserito nel contesto e riduce le emissioni attuali »

24 novembre 2023
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Olbia Un pugno nell’occhio nello skyline olbiese e anche inquinante. È questa la sintesi estrema, tradotta dal linguaggio burocratico, dei pareri negativi al deposito Gnl di Cala Saccaia arrivati dal Dipartimento Ambiente e salute dell’Istituto superiore di sanità e dalla Soprintendenza Belle arti e Paesaggio. Pareri a cui la Olbia Lng terminal, che porta avanti il progetto, ha già risposto punto per punto inviando le controdeduzioni.

Troppe emissioni inquinanti Il Dipartimento solleva dei dubbi sulle sostanze inquinanti che verrebbero prodotte dalle metaniere in ingresso e uscita dal molo Cocciani. Motivo per cui chiede «la simulazione delle emissioni della fase di rifornimento in arrivo e partenza delle metaniere, nonché di scarico, con l’inclusione dei rimorchiatori». La richiesta del Dipartimento è anche di «indicare gli impatti derivanti dalla distribuzione via strada e via mare». Nel giudizio di sintesi si sottolinea che «il progetto comporta un contributo aggiuntivo di concentrazione di inquinanti sul territorio che deve essere valutato in termini di impatto sulla salute».

Taglio delle emissioni La società Lng, ribalta le osservazioni negative. «L’intervento non comporterà un contributo aggiuntivo di concentrazione di inquinanti nel territorio – scrive il progettista Tony Nicotra –. Il suo obiettivo è esattamente l’opposto: sostituire l’attuale carico inquinante che grava sulla città, causato dall’utilizzo di combustibili tradizionali a elevato impatto ambientale, con elettricità da metano, con minimo impatto ambientale consentito dalle migliori tecnologie oggi disponibili. L’obiettivo è spostare progressivamente il 50% delle fonti di inquinamento sui camini della centrale elettrica lontano dal centro cittadino, a 45 metri di altezza. L’apporto di concentrazioni inquinanti del progetto Enerclima non sarà aggiuntivo rispetto all’attuale, ma sostitutivo e riduttivo».

Più basso ma ancora brutto Nella seconda versione del progetto che affronta l’iter per ottenere la Valutazione di impatto ambientale, la Lng ha tagliato le altezze del serbatoio, Da 45 a 30 metri. Ma per la Soprintendenza «non risulta sufficiente per ridurre l’impatto rispetto allo skyline circostante. Inoltre la soluzione architettonica prevista è priva di quella qualità architettonica necessaria per risultare poco impattante rispetto al delicato contesto paesaggistico. Non sono stati approfonditi in maniera adeguata gli aspetti architettonici per armonizzare il progetto, sia per quanto riguarda i volumi che per la scelta dei materiali. Le opere di mitigazione risultano non sufficienti per schermare l’opera, sia dalla distanza più prossima che dalla visuali più lontane».

Skyline compromesso Anche in questo caso arrivano le controdeduzioni della Lng. «Nelle integrazioni volontarie al progetto presentate nell’aprile 2023 il serbatoio è stato ribassato del 50% fino a una altezza massima di 30 metri, che riteniamo ben si inserisca nel contesto generale delle infrastrutture portuali e industriali circostanti. Per questioni di sicurezza i serbatoi sono più alti che larghi e pertanto più visibili. Nel caso di Olbia si è preferito il compromesso di allargarlo e abbassarlo per renderlo meno visibile. Una ulteriore riduzione dei volumi è sempre possibile ma non soddisferebbe le esigenze di servizio richieste. Lo skyline circostante dei fabbricati industriali del Cipnes (visibili dal porto dell’Isola Bianca) e dal porto Cocciani appare decisamente più impattante rispetto alla visibilità del serbatoio, ribassato e mitigato con terrapieno e piantumazione. Siamo comunque pronti ad adottare qualunque migliore suggerimento per schermare l’opera che è comunque di dimensioni notevoli ma che, tra le alternative disponibili, sembra decisamente meno impattante di una piantagione fotovoltaica o di un bosco eolico di pari potenza».

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