Studentesse e studenti del Gramsci di Olbia scelgono l'azione teatrale: «In scena le paure e i sogni di tutte le ragazze come noi»
In scena il riadattamento della celebre commedia di Aristofane nota anche col titolo di “Donne al parlamento”
Olbia La cosa migliore che si possa fare è agire. Studentesse e studenti del liceo Gramsci hanno scelto l’azione teatrale. Dopo la prima messa in scena nei giorni scorsi all’Ama auditorium di Arzachena, ieri il gruppo del laboratorio di teatro si è esibito proprio nell’aula magna del Gramsci con “Ecclesiazuse”, riadattamento della celebre commedia di Aristofane nota anche col titolo di “Donne al parlamento”. «Un’esperienza forte. Assorbire certe parole, poi provare a separarsi dal personaggio e capire l’importanza di veicolare certi messaggi è stato forte. Non sono mancate le lacrime durante le prove», dicono ora col sorriso Ada Busio e Camilla Madau, due delle attrici. Sì perché non occorre forzare la mano nel trovare l’attualizzazione, lo spettacolo in sé ha già tutto. La parte fedele alla commedia, quindi la storia di Prassagora e le donne di Atene che travestite da uomini riescono a far votare l’assemblea pubblica per affidare il controllo della città interamente in mano alle donne. Libere nelle decisioni della vita pubblica e della vita privata. Oltre la finzione scenica, ci sono i riferimenti diretti alle violenze e alle opportunità negate: «Questo spettacolo ci ha aiutato a esprimere, da ragazze, le nostre paure e i nostri sogni», commentano Letizia Loi, Giulia Piper, Flavia Rasenti e Noemi Uda. «È stato complicato rappresentare la parte oscura – dicono Emiliano Orecchioni e Matteo Serra –, ma era necessario affinché il messaggio arrivasse in maniera brutale, per capire com’è l’altro». Pausa. «No, per combattere l’altro». Tolte le luci, il palco in legno, le quinte e la platea di un teatro come quello di Arzachena, recitare stavolta circondati dai coetanei con cui ogni giorni si varca lo stesso ingresso a scuola è stata una prova non da poco. «Vero, ma essere così vicini al pubblico e vederne le reazioni è stato bello. Questo spettacolo parla alla collettività, era un messaggio per tutti, ed è giusto che si sia ricreato il senso di comunità».
Tramite la forza dei corpi e della recitazione, ora con leggerezza e ora con solennità, è andato in scena uno spettacolo aperto dalla bestialità degli uomini capaci di commettere violenze, che ha spiegato il percorso di autodeterminazione di un gruppo di giovani donne, e si è concluso con una consapevolezza comune verso il cambiamento. Brillante la scrittura nella sintesi tra linguaggio alto e basso e nelle transizioni delle scene. “Ecclesiazuse” ha seguito l’adattamento e la regia dell’autore teatrale Nicolò Columbano, già direttore artistico di Deamater, che ha fatto da insegnante nel laboratorio Pon di teatro coordinato dai docenti Alfonso Lendini e Antonella Bestazzoni. «La riscrittura nasce dai ragazzi per i ragazzi, il lavoro è stato guidato da un’urgenza e il grande desiderio è portarlo in giro in tutte le scuole della città», l’appello di Columbano.