La Nuova Sardegna

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Servizi sociali

Community hub Olbia, una nuova vita per Poltu Quadu

di Marco Bittau
Community hub Olbia, una nuova vita per Poltu Quadu

Il centro-incubatore di via Perugia sviluppa servizi e attività per il quartiere e per tutta a città

13 dicembre 2023
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Olbia Ripensare la città del futuro significa modellare in un’unica visione i nuovi progetti urbanistici, ma anche i bisogni della vita quotidiana, fatta di inclusione sociale e servizi per tutti i cittadini, soprattutto quelli che vivono nelle periferie. Due strade parallele verso un obiettivo comune: la rigenerazione urbana. Da questo punto di vista, il Comune di Olbia è all’avanguardia e a fine novembre, a Cagliari, il sindaco Settimo Nizzi ha presentato il suo fiore all’occhiello al Comitato di sorveglianza Por-Fse Sardegna 2014-2020. Si tratta del Community hub di Poltu Quadu – il primo realizzato in Sardegna – cioè un incubatore sociale e di comunità, ma anche un centro polivalente di servizi e attività differite in un quartiere dove prima non c’era nulla se non le case dove vivere e qualche attività commerciale.

Quello presentato dal sindaco Nizzi a Cagliari non è un progetto da realizzare, piuttosto il primo bilancio di una struttura già esistente dal 2022, nata tra lo scetticismo e l’incomprensione generali ma che con passi da gigante sta diventando un punto di riferimento per il quartiere e di integrazione con il resto della città. Una testa di ponte nella costruzione dell’agenda urbana e nella strategia complessiva di rigenerazione della città che sono alla base del grande progetto “Iti - Città solidale, sostenibile e sicura” che da anni sta trasformando Olbia.

Il progetto del Community hub è stato finanziato dal Por- Fse Sardegna 2014-2020 con un budget complessivo un milione e 190 mila euro. La gestione del servizio è stata affidata per l’importo di un milione e 65 mila euro a un pool di imprese con capofila l’Opificio Innova srl, poi la Sps Sviluppo performance strategie srl e la coop sociale OltransService. Dal punto di vista pratico, l’idea del Community hub – che viene dal mondo anglosassone – è quella di riattivare spazi nella città (anche immobili pubblici dismessi o sottoutilizzati) in funzione della costruzione di centri per la comunità. Veri e propri hub non solo per l’erogazione di servizi di welfare, ma anche dei veri e propri “motori” di comunità che cercano di favorire la costruzione di relazioni con i gruppi locali e la creazione di servizi pubblici. Nel caso di Olbia, il Community hub nasce a Poltu Quadu dal recupero del grande edificio dei Salesiani, in via Perugia.

Lungo l’elenco delle attività svolte e sviluppate dall’assessorato comunale alle Politiche sociali, guidato da Simonetta Lai. Prima di tutto la banca dei bisogni e delle opportunità che conta già 570 cittadini iscritti di tutta la città (394 sono donne e 175 uomini) che partecipano e interscambiano esperienze attraverso workshop di formazione, sportelli d’ascolto e “portineria di comunità”, reti di scambio, gruppi di sostegno psicologico, corsi di educazione, laboratori. Nell’hub, inoltre, sono presenti locali attrezzati con 8 postazioni di coworking.

In evidenza anche le politiche alimentari, dal nutrizionista di quartiere al l’organizzazione del mercato contadino mensile in collaborazione con Slow food, le associazioni di categoria e l’Associazione cuochi Gallura. Quindi il servizi Piedibus che coinvolge le scuole, i genitori degli scolari e gli accompagnatori volontari, il presidio di vigilanza con laboratori, attività di ginnastica dolce e animazione sportiva, il servizio di mobilità solidale, la web radio di comunità “Webroch” che si è dimostrata un importante strumento di comunicazione della vita comunitaria.

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