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Arte orafa ad Aggius, rivivono i “gioielli della nonna”

di Marco Bittau
Arte orafa ad Aggius, rivivono i “gioielli della nonna”

Le creazioni di Laura Bianco presenti nelle fiere, nei mercati e sul web

23 dicembre 2023
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Aggius Una passione custodita nel cuore e nelle mani: la storia e la tradizione orafa del suo paese, Aggius. Tanto basta a Laura Bianco – 48 anni di timida e fiera bellezza – per dissotterrare i “gioielli della nonna” dal buio profondo della tradizione museale e folcloristica dove erano finiti da chissà quanto tempo. Così, in silenzio e un po’ misteriosamente, rivivono fedi nuziali, orecchini, anelli, spille, collane, pendagli, bottoni, tutti ricreati dalle sapienti mani dell’unica vera artigiana orafa in attività in Gallura.

Da vera designer di gioielli, Laura Bianco “pensa” le sue opere prima di realizzarle con i ferri del mestiere e con il marchio LB gioielli. È una creativa, ma affonda le radici nella sua terra e cava sempre l’ispirazione dalla storia e dalla tradizione locale. Nel suo catalogo (visitabile nel sito Internet) ci sono sempre e solo prodotti originali, riproduzioni esatte dei gioielli antichi, ma anche pezzi rivisitati e corretti secondo il vivere contemporaneo. I classici, prima di tutto: la fede di Aggius, la spilla, soprattutto li pindini, un originale e complesso orecchino che da solo racconta la storia del paese con tutti i suoi simboli. È composto da cinque elementi: la mandorla, poi la farfalla, quindi il fuso per la tessitura, un fiorellino con cinque petali e un campanellino benaugurale, portatore di buoni auspici. In dieci o quindici centimetri è contenuto un vero e proprio manuale di storia aggese da appendere al lobo dell’orecchio.

Li pindini era un gioiello ricco, uno status symbol. Chi lo possedeva e lo esibiva, completo di tutti gli elementi a pendente, solitamente apparteneva a famiglie abbienti, sicuramente appartenenti a un ben determinato ceto sociale. I più ricchi, insomma.

«Ho cominciato con il diploma all’Istituto d’arte di Sassari, studi di oreficeria – racconta Laura – poi l’esperienza straordinaria a Valenza dove ho avuto il privilegio di lavorare non in una grande e dispersiva industria, ma in un piccolo laboratorio artigiano, dove sono stata seguita passo dopo passo. Lì ho imparato tantissimo, poi la scelta di ritornare in Sardegna, prima a Nuoro per imparare la lavorazione della filigrana e poi ad Aggius, il mio paese, dove ho aperto la prima bottega orafa nel 1999».

Le difficoltà sono state tante, e alcune anche inattese. «Ad esempio, i pregiudizi verso una donna che evidentemente svolgeva un mestiere ritenuto maschile – racconta Laura – . Persino mi contestavano il nome della bottega, orafa invece che orafo. Io però sono testarda e sono andata avanti per lamia strada. Almeno fino a quando sono diventata mamma e ho deciso di interrompere l’attività per alcuni anni. Una scelta di vita durata esattamente 6 anni, quindi ho ripreso con nuovo piglio e con la convinzione di dover scavare nella storia e nella tradizione orafa del mio paese».

Da allora la riscoperta di li pindini . «Fino a diversi anni fa – ricorda ancora Laura – i gioielli della tradizione erano riservati ai musei etnografici e al folclore, adesso invece anche i giovani stanno riscoprendo radici e identità culturale. Così anche i gioielli tradizionali sono passati da illustri sconosciuti ad accessori eleganti da indossare. Io li realizzo rispettando la tradizione, ma anche fornendo interpretazioni originali per adeguare l’oggetto ai tempi e ai gusti che viviamo. Da questo punto di vista anche l’uso dei materiali è importante, ho introdotto l’argento per realizzare quasi tutte le opere. Costa meno dell’oro ed è giusto che il maggior numero di persone abbia la possibilità di acquistare i gioielli a prezzi non proibitivi».

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