La Nuova Sardegna

Olbia

Il giallo

Olbia, Karol e Giuseppe in fuga nella “terra di mezzo”

di Marco Bittau
Olbia, Karol e Giuseppe in fuga nella “terra di mezzo”

Ancora nessuna traccia dei due minorenni scomparsi da 7 giorni. L’appello in tv a “Chi l’ha visto?”

31 gennaio 2024
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Olbia Tutti gli appelli sono caduti nel vuoto e ogni giorno che passa la morsa dell’angoscia soffoca le famiglie di Karol Canu e Giuseppe Contini, rispettivamente 17 e 15 anni. I due ragazzi sono scomparsi esattamente una settimana fa. L’ultimo avvistamento in un bar di Olbia, in via Roma, poi il nulla cosmico.

A nulla sinora hanno portato le ricerche incessanti dei familiari e amici, ma anche quelle della polizia, dei carabinieri, dei vigili del fuoco e della protezione civile. Ogni giorno che passa una nuova battuta in città e in campagna, come quella dell’altro ieri a Cabu Abbas, organizzata seduta stante dopo una segnalazione aveva fatto ben sperare. Invece nulla. Ieri, in prima serata tv, il giallo dei due ragazzi olbiesi scomparsi senza lasciare traccia è finito anche alla ribalta della popolare trasmissione “Chi l’ha visto?”, la mamma di tutti gli appelli per le persone scomparse.

Tutto può essere successo, ma la sensazione tra gli investigatori è che i due ragazzi siano finiti in qualche giro strano e magari anche poco raccomandabile. Da qui la decisione di far perdere ogni traccia e mettersi al sicuro. Insomma, c’è il rischio che i due minorenni siano finiti in qualche serio guaio, dal quale ritengono di poter sfuggire soltanto nascondendosi. Riaffiora così dal nulla lo spettro di due giovani vite pericolosamente in bilico tra comunità, assistenti sociali, poca scuola e amicizie un po’ così. Una “terra di mezzo” alla Tolkien dove due ragazzini di 15 e 17 anni sono facile preda di qualunque orco o malintenzionato trafficante di guai.

Sono in fondo le paure che in queste ore, ad esempio, stanno assalendo Giulia Canu, la madre di Karol, il più grande dei due ragazzi. Lei non ha dubbi: «Mio figlio sta fuggendo da qualcosa oppure da qualcuno che lo minaccia. Non ci sono altre spiegazioni». Così ha riferito in questi giorni in tutte le interviste-appello. Parole chiare e pesanti come macigni, che in qualche modo confermano quel che si teme, cioè che il ragazzo insieme all’amico più o meno occasionale davvero possano essersi cacciati in un guaio più grande di loro e adesso non sappiano come uscirne. La fuga come unica via, insomma. Uno scenario sicuramente allarmante, destinato ad aggravarsi ogni giorno che passa.

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