Santa Teresa si prepara a vivere una Pasqua a suon di rap
In piazza il concerto di Ernia, Astol, Sick Luke e Paky. La sindaca Nadia Matta: «Alcol e droga nei testi? La censura non serve a nulla»
Santa Teresa. Tutto pronto per l’Easter Festival, l’evento che inaugurerà la stagione 2024 a Santa Teresa. Domenica 31 marzo, il giorno di Pasqua, sul palco allestito nella piazza centrale del paese, a partire dalle 20.30, saliranno numerosi artisti rap e trap. Un evento rivolto in particolare ai più giovani e organizzato nei dettagli dall’amministrazione comunale.
«Gli amministratori non vogliono far perdere l’identità al festival – sottolineano dal Comune -, unico evento in Gallura che si svolge in primavera, totalmente dedicato alla musica rap e trap». All’Easter Festival saranno presenti Astol, classe 1995, considerato una nuova promessa del rap e che ha partecipato al programma tv Amici di Maria De Filippi, Sick Luke, producer e rapper, il suo ultimo album certificato due volte disco di platino, Paky, classe 1999, originario di Secondigliano, uno degli artisti di riferimento della scena urban italiana e due dischi di platino in bacheca. E ci sarà anche Ernia, consacratosi definitivamente con l’uscita dell’ultimo disco “Io non ho paura”. Il suo brano Parafulmini, cantato con Bresh e Fabri Fibra, è stato il terzo più trasmesso in radio la scorsa estate, mentre Superclassico è stato sette volte disco di platino, più un sold out al Mediolanum forum di Milano e tre milioni e mezzo al mese di ascoltatori su Spotify.
Soddisfatta la sindaca Nadia Matta, «contenta di poter rendere felici i giovani che avranno la possibilità di vedere e ascoltare alcuni dei loro cantanti preferiti». Poi una risposta ad alcune critiche circolate in paese. «A quei pochi adulti che hanno criticato la scelta – si legge nella nota del Comune -, risponde che i giovani di ogni generazione, dagli anni Sessanta, hanno ascoltato canzoni con testi che affrontano argomenti come la droga, l’alcol e il sesso e che non si deve avere paura che i giovanissimi ascoltino certe canzoni, ma anzi dovrebbero essere una occasione per riflettere e conoscere alcune tristi realtà e, attraverso l’educazione della famiglia, capire e cogliere il buono dell’esperienza di vita di un artista e farne tesoro per poter affrontare la propria facendo scelte sane e consapevoli». E poi ancora: «Censurare non serve a niente, altrimenti lo avremmo dovuto fare verso tantissimi artisti che hanno fatto parte del nostro background da generazioni e che hanno fatto la storia della musica». Infine un appello ai giovani: «Ascoltino la loro musica preferita, ma siano coscienti che la vita è un dono prezioso e per questo va vissuta avendone sempre cura».