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Sanità

Tagliate le cure, malata olbiese deve spendere 1800 euro per un farmaco

di Stefania Puorro
Tagliate le cure, malata olbiese deve spendere 1800 euro per un farmaco

La donna 54enne soffre di spondiloartrite sieronegativa. Il medicinale assegnato non basta

21 aprile 2024
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Olbia Cinque anni fa le avevano negato il farmaco di cui non poteva fare a meno. Poi, dopo la sua protesta pubblica, la soluzione venne trovata. Adesso si trova di nuovo di fronte a una grave emergenza. Quello stesso farmaco che continua ad assumere, il Cosentyx, le è stato dimezzato. Può fare insomma una sola puntura al mese invece delle due necessarie. «Se il farmaco che mi è stata tolto dovessi comprarlo io, mi costerebbe più di 1800 euro. E non posso certo permettermelo». A parlare è Giovanna Daniela Inzaina, 54 anni, originaria di Calangianus ma residente a Telti da molti anni. La donna soffre di spondiloartrite sieronegativa, una patologia che causa dolori alle ossa, alle articolazioni, ai muscoli.

«Cammino a fatica - racconta - e sono costretta a usare le stampelle. I miei movimenti sono lenti, ma grazie al Cosentix la patologia resta stazionaria. Ma se adesso la Regione non copre più il costo di due somministrazioni e allora non solo andrò incontro a un peggioramento e a dolori fortissimi, ma il rischio sarà quello di non poter stare più in piedi». Daniela Inzaina è tanto indignata quanto delusa.

«Perché non posso accettare che il mio diritto alla salute venga calpestato. Ho sempre ritirato il Cosentix per due punture al mese nella farmacia della Asl di Olbia. Ma la stessa dottoressa che si occupa dei piani terapeutici di tutti i pazienti con patologie legate al sistema immunitario, è rimasta senza parole quando, lo scorso marzo, ha scoperto che il farmaco di cui potevo disporre era sufficiente soltanto per una iniezione».

Per questa ragione Daniela Inzaina ha deciso di far sentire ancora una volta la sua voce «anche perché, con lo stipendio di mio marito, non siamo assolutamente in grado di spendere 1800 euro al mese».

La donna, che in passato era sempre stata dinamica e super attiva, ha cominciato a perdere le forze una decina di anni fa e ad avvertire dolori dappertutto. Una situazione pesante, anche dal punto di vista psicologico. «La diagnosi arrivò nel 2015: spondiloartrite sieronegativa. Essendo fabica e allergica a diversi medicinali, ero stata sottoposta a cure biologiche ma tutte mi davano pesanti effetti collaterali e per due volte sono anche andata in shock anafilattico. Per un certo periodo sono stata seguita a Sassari, poi sono andata all’Humanitas di Rozzano. Ed è stato proprio all’ospedale lombardo che avevano trovato un piano terapeutico adatto al mio caso.

Così ecco il farmaco biologico del “miracolo” (due punture al mese): il Cosentix. Non era però necessario tornare a Milano per la somministrazione, perché la Regione copriva le spese del farmaco e la Asl me lo consegnava regolarmente. A me, come a tanti altri pazienti che soffrono di questa patologia. Adesso però è arrivata la seconda doccia gelata: cura dimezzata.

«Non so su quali basi e in base a quali criteri si possa decidere di tagliare o ridurre un farmaco ai pazienti, ma se c’è un piano terapeutico va considerato - conclude Daniela Inzaina -. E per rispettarlo, in questo momento, dovrei tirare fuori soldi che non ho. Ho un bisogno disperato di quel farmaco e spero di cuore che chi di dovere si metta la mano sulla coscienza ricordandosi che tutti hanno il diritto di curarsi».

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