Olbia, aumenta la produzione delle cozze: stagione verso numeri record
Bene anche le ostriche. Dopo l’estate il piano di ripopolamento per le arselle
Olbia. Sotto le boe colorate che punteggiano il golfo le cose sembrano andare piuttosto bene. Le cozze sono ormai sempre più piene – seppur con qualche settimana di ritardo – e anche le stime sulla produzione vanno tutte nella stessa direzione. «Poi è chiaro, noi siamo sempre legati a ciò che accade in acqua – sottolinea Raffaele Bigi, il presidente del Consorzio dei molluschicoltori di Olbia –. Le somme si tirano sempre a fine stagione, ma intanto possiamo dire che la produzione è molto abbondante. Di conseguenza presumiamo di avere una raccolta di un certo livello». L’obiettivo del consorzio, che raggruppa da anni le sedici cooperative che operano in mare, è quello di arrivare a una produzione di 40mila quintali. Si parla naturalmente di cozze, il prodotto principe del golfo e della città in generale, anche se le cose stanno andando bene anche per quanto riguarda le ostriche. «Ovviamente i numeri sono molto più contenuti – sottolinea Bigi –, ma la crescita c’è ed è importante. E questo sia dal punto di vista della produzione che della qualità. Le ostriche di Olbia sono sempre più apprezzate anche dai mercati internazionali, compreso quello della Francia, la patria di questo prodotto. Merito naturalmente del nostro mare, del nostro plancton».
Cozze e arselle. Tornando alle cozze, la produzione è di un certo livello grazie all’abbondante gettata di novellame avvenuta lo scorso anno. Per via del mare ancora un po’ freddo, invece, i mitili si sono riempiti con un po’ di ritardo rispetto agli anni scorsi. «Quel che accade solitamente a metà maggio è avvenuto a metà giugno – spiega Bigi –. Ma è un fenomeno normale e che non riguarda solo Olbia. Non siamo preoccupati». E a proposito della temperatura delle acque, si sta lavorando per terminare l’ampliamento dei nuovi impianti nella zona del Lido del Sole. E cioè al di là del faro di Isola Bocca, dove le cozze potranno essere momentaneamente trasferite, in piena estate, per scongiurare che vengano “bollite” dall’acqua calda del golfo interno, come più volte avvenuto in passato. Per esempio nell’agosto del 2022, quando i mitilicoltori dovettero farei i conti con una mole di danni piuttosto seri. Gli indennizzi previsti per le perdite di prodotto di due anni fa non sono stati ancora erogati e così i mitilicoltori ne hanno da poco parlato con l’assessore regionale all’Agricoltura Gian Franco Satta, accompagnati dal consigliere regionale olbiese Roberto Li Gioi. La speranza è che la situazione venga sbloccata il prossimo autunno, tra i mesi di settembre e di ottobre. Per quanto riguarda invece le arselle – altro storico prodotto simbolo della città –, è ormai da un pezzo che sono quasi scomparse dai fondali del golfo. Il Consorzio dei molluschicoltori si sta dunque attrezzando attraverso un progetto di ripopolamento che sarà avviato dopo l’estate.
Golfo da difendere. Ma l’incontro in Regione è stato anche l’occasione per parlare del golfo in generale. Per esempio il consorzio ha ribadito la piena soddisfazione dopo lo stop arrivato a maggio, da parte del ministero, al deposito di Gnl che sarebbe dovuto sorgere nella zona di Cala Saccaia. «Ci siamo opposti fin da subito a quell’impianto e alcune delle problematiche che avevamo rilevato sono state accolte – spiega Bigi –. Per noi è un ottimo risultato. Resta però un po’ di rammarico, perché le nostre posizioni non sono state sostenute dal Comune e dal Cipnes, che avrebbero dovuto fin da subito respingere quel progetto». E sempre per quanto riguarda il golfo olbiese, il presidente Raffaele Bigi ha le idee chiare anche sul Puc, ancora fermo in Regione: «I redattori del piano avrebbero dovuto almeno considerarci. Penso per esempio al progetto di ampliamento della Marina di Olbia. Lì accanto sono presenti gli impianti dedicati alla molluschicoltura e le nostre concessioni scadranno nel 2033. Bisogna ricordare che quello di Olbia non è un porto ma un golfo, dove convivono molluschicoltura, cantieri nautici, un porto, nautica da diporto e anche la foce di un fiume. L’equilibrio è stato raggiunto, non bisogna andare oltre».