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Emergenza cinghiali, no agli abbattimenti: saranno catturati con le gabbie-trappole

di Giandomenico Mele
Emergenza cinghiali, no agli abbattimenti: saranno catturati con le gabbie-trappole

Con il via libera della Provincia Gallura parte il piano di contenimento su Olbia

21 novembre 2024
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Olbia La caccia al cinghiale adesso può iniziare. Non quella sulle montagne, ma dentro la città. L’assedio dei cinghiali nel territorio di Olbia, con alle spalle il periodo estivo, quello più critico, non può essere sottovalutato e ora diventa ufficialmente operativo il programma di contrasto al dilagare di interi branchi lungo le vie della città. È infatti arrivata la firma ufficiale sul protocollo d’intesa da parte della Provincia Gallura Nord Est Sardegna, l’ultimo ente che mancava per dare il via alle operazioni. Ad approvare inizialmente la bozza, a settembre, era stata la giunta comunale.

L’obiettivo è quello di allontanare i cinghiali dalla città, attraverso un progetto pilota che mette insieme una lunga serie di enti. Più che di abbattimenti, si parla di metodi di contenimento “che siano etici e rispettosi del benessere degli animali”. Il metodo scelto è quello delle gabbie-trappola, un provvedimento lungamente atteso, considerato che ormai da anni i residenti di alcuni quartieri, a partire da Poltu Cuadu e Olbiamare, notte e giorno devono fare i conti con la presenza dei cinghiali lungo le strade. Si contano diverse denunce di persone aggredite e i cui cani sono stati caricati dagli ungulati. A Poltu Cuadu era stata anche lanciata una petizione, con più di mille firme, per chiedere un intervento immediato delle istituzioni.

La firma della Provincia sul protocollo, con la nuova denominazione, che ha sostituito la Zona omogenea di Olbia-Tempio, le consente di eseguire quanto previsto nel piano operativo anche attraverso la stesura di un apposito cronoprogramma e pianificare gli interventi sulla base delle direttive delle competenti strutture regionali. La Provincia predisporrà e attuerà l’intervento in emergenza per il controllo e la gestione del cinghiale nelle aree periferiche del Comune di Olbia; metterà a disposizione le attrezzature di cui dispone per la cattura degli animali; collaborerà in tutte le fasi individuate nel protocollo operativo, compatibilmente con le disponibilità finanziarie presenti nel proprio bilancio.

L’ente avvierà corsi per la formazione e l’aggiornamento dei coadiutori nella gestione della fauna selvatica e ha inserito il protocollo d’intesa nell’ambito del futuro piano di controllo della popolazione di cinghiale nel territorio di competenza, anche al fine di poterlo replicare nelle aeree urbane di altri comuni del territorio. L’emergenza è dovuta al fatto che i cinghiali si sono impadroniti di alcune aree della città, richiamati soprattutto dalla mole di rifiuti abbandonata ogni giorno ai bordi delle strade.

Le zone più critiche sono quelle di Poltu Cuadu, Olbiamare e anche viale Aldo Moro. Nei mesi scorsi il sindaco Settimo Nizzi aveva spiegato che era stato abbozzato un protocollo d’intesa, ma che si era però in attesa di una risposta da parte della Regione. Dopo l’adesione di quest’ultima, il protocollo mette insieme Regione, Provincia, Comune, Forestas, il servizio veterinario dell’Asl Gallura e il corpo forestale. Enti che costituiscono un tavolo tecnico per «l’elaborazione del piano operativo condiviso, mirato alla riduzione numerica della popolazione del cinghiale in ambito urbano e periurbano e, di conseguenza, finalizzato alla riduzione dei rischi per la pubblica incolumità e la salute dei cittadini». L’obiettivo principale è insomma la pianificazione degli interventi di cattura, attraverso il posizionamento e il monitoraggio di gabbie-trappola. I cinghiali catturati saranno trasportati nei siti individuati dallo stesso tavolo tecnico. Nella bozza del protocollo si fa riferimento anche al trasporto delle carcasse degli animali «eventualmente soppressi». Una soluzione, quella dell’abbattimento, che sarà presa in considerazione soltanto «qualora sia verificata l’inefficacia» dei metodi di cattura. Ogni ente, quindi, dovrà occuparsi di più aspetti. Diversi i compiti del Comune, che dovrà per esempio mappare le aree più frequentate dai cinghiali, attraverso le segnalazioni che arriveranno con mail, per telefono o attraverso whatsapp. Un altro compito del Comune, fondamentale, sarà quello di «porre in essere tutte le misure possibili volte a evitare la presenza di rifiuti, organici e no, in tutto il territorio di competenza, soprattutto nelle aree di interfaccia tra la campagna e il territorio urbano, al fine di eliminare ogni potenziale fonte trofica d’origine antropica in grado di attirare i cinghiali dentro il perimetro urbano». Previste anche le sanzioni nei confronti di quei cittadini che, violando la legge, nutrono i cinghiali che si aggirano per le strade della città. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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