L’odissea di un paziente diabetico: «All’Ascot 15 giorni per una ricetta»
La Maddalena, a Padule pochi medici ed è complicato accedere ai servizi
La Maddalena La situazione sanitaria di La Maddalena è problematica, come nel resto della Gallura e dell’isola. La carenza di medici, dovuta anche ai numerosi pensionamenti, sta causando non pochi disagi a migliaia di pazienti che si sono ritrovati senza assistenza. Anche i dializzati sono tornati a far sentire la propria voce perché, proprio a causa dell’assenza di personale, da mesi sono costretti a recarsi tre volte la settimana da La Maddalena ad Arzachena per il trattamento. Per loro, il medico viene solo due volte al mese e, delle tre infermiere in organico, una è part time.
La testimonianza di un paziente diabetico di tipo uno, che aiuta a comprendere le dimensioni della crisi, per cui diventa complicato persino richiedere una ricetta. Al momento, infatti, l'unico modo per avere accesso a un minimo di assistenza sanitaria è attraverso lo sportello Ascot, a Padule, che, tuttavia, presenterebbe importanti carenze. «Lo sportello – spiega il paziente – è gravemente sottodimensionato rispetto all'utenza e presenta inefficienti procedure di accesso per i pazienti. Sono diabetico e ho bisogno delle ricette per poter ritirare l'insulina. Per averne una devo chiamare il numero per le prenotazioni, attivo solo in un certo orario e il primo appuntamento disponibile, se va bene, è dopo 15 giorni».
Il paziente definisce questo un caso “fortunato”. «Altri hanno avuto l'appuntamento addirittura dopo un mese». Il giorno prefissato, comunque, il paziente si deve assentare dal lavoro e recarsi all'Asl per ritirare la ricetta. Stessa sorte nel caso in cui abbia immediata necessità della prescrizione. «Se mi serve subito – aggiunge – devo stare buttato nell'ambulatorio tutta la mattina, non andare a lavoro e sperare che la fila dei prenotati scorra in fretta o che qualcuno non venga. Nelle mie stesse condizioni ci sono tutti gli altri utenti».
Se poi il medico non dovesse fare in tempo, la stessa trafila si ripeterebbe la volta successiva, perdendo un’altra mattina di lavoro. Due sono le grosse mancanze secondo il paziente, che definisce questo sistema farraginoso e antiquato. «Prima – spiega – l’insufficienza di medici di base che garantirebbe le cure essenziali ai pazienti. Non capisco come mai, anche pagando le tasse come qualsiasi altro cittadino, non ho accesso nemmeno ai servizi assistenziali di base». Inoltre, anche il rimedio individuato per sopperire a questa mancanza, cioè l'Ascot, non sarebbe sufficiente, poiché si tratterebbe di una struttura sottodimensionata e carente di personale, incapace di gestire un'emergenza.
«Secondariamente, ma non per importanza – si sfoga – siamo nel 2025, è mai possibile che io debba fare una chiamata per fare una prenotazione per poi passare le giornate in una sala d’attesa?». La soluzione, secondo l’utente, potrebbe essere l’implementazione di un sistema di richiesta on-line. «Per i casi che non hanno bisogno fisicamente di una visita potrebbe essere trasmessa una ricetta elettronica per via telematica. Viceversa – aggiunge – per quelli in presenza gioverebbe comunque un sistema di prenotazione elettronico, che previene gli abusi, rende il tutto più snello e consente alle risorse umane di dedicarsi ad altri compiti e a pazienti che non hanno accesso alle nuove tecnologie».