Un teorema con le bolle di sapone per l’alfiere del lavoro
Giovane di Luras ha tenuto una lezione originale per gli studenti del liceo Dettori di Tempio
Tempio Matematici si nasce e, con tanta buona volontà, lo si può anche diventare. L’attitudine per numeri e teoremi si può scoprire anche negli anni della formazione scolastica. Scoperta che, una volta fatta, avrà le sue belle conseguenze. Lo sa bene Gianni Bellu, universitario di Luras prossimo alla laurea in Matematica a Pisa. Autore di un workshop molto interessante proposto agli studenti di due quinte Classico e Scientifico della sua ex scuola, il liceo “Dettori”, è l'esempio non tanto frequente di una precoce vocazione per lo studio di una disciplina che ha sempre dato filo da torcere a generazioni di studenti. Il ventitreenne lurese, che si ricorderà per essere stato nominato nel 2021 alfiere del lavoro dal presidente Mattarella, non solo ama la matematica, ma desidera anche insegnarla. La sua tesi di laurea approfondirà proprio la dimensione didattica della disciplina. Ragione che lo ha riportato nella sua vecchia scuola, dove ha proposto una situazione sperimentale ai liceali di Tempio, che replicherà prossimamente in una scuola pisana. Forte è stato il coinvolgimento dell’uditorio, invitato a partecipare a una lezione dai contenuti non facili, perché le questioni da risolvere riguardavano il problema di Steiner euclideo. Si è partiti da una definizione di retta, si è scoperto che anche le rette più “rette” sono delle curve e si è cercato di concepire la triangolazione più vantaggiosa in termini quantitativi. Niente di stucchevolmente astratto, perché l’obiettivo era quello di disegnare la traiettoria ideale per collegare Luras e Calangianus a Tempio.
Per dare valore dimostrativo alle soluzioni si è, infine, fatto ricorso alle bolle di sapone. Un modo giocoso e immersivo, come direbbero i guru della didattica, per dare leggerezza a una disciplina che continua a essere la bestia nera degli studenti italiani. «Tutto questo – spiega l’universitario – ha avuto a che fare con la mia tesi di laurea che riguarda il problema di Steiner euclideo, il quale ci dice che, dato un insieme di N punti nel piano euclideo, bisogna trovare, tra tutti i grafi finiti connessi che contengono questi punti come vertici, uno che abbia lunghezza non superiore a quella di ogni altro grafo che connette tali punti». Ma come è nata l’idea di trasformare questo interesse in una lezione per liceali? «Ho parlato alla mia relatrice della volontà di continuare nell’insegnamento, allora mi ha proposto di dedicare un capitolo della tesi alla creazione di un’esperienza di laboratorio di matematica per gli studenti delle superiori. Il loro ruolo doveva essere attivo. Dovevano scoprire, grazie a piccole attività, le proprietà di questi network e dimostrarne l’effettiva minimalità. Immergendo delle lastre nell'acqua saponata, si vede poi come le bolle di sapone si dispongono realizzando le strutture che abbiamo dimostrato in precedenza». Più facile a dirsi che a essere dimostrato, sempre che a provvedere non sia un giovane alfiere del lavoro con il pallino per la matematica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA