La Nuova Sardegna

Olbia

La sentenza

A processo per maltrattamenti e sequestro di persona ai danni della moglie: assolto

Un'aula di tribunale
Un'aula di tribunale

Cadute tutte le accuse per un 43enne, anche il pm aveva sollecitato la stessa sentenza

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Alà dei Sardi Il capo d’imputazione era pesante: non solo, secondo le accuse, aveva a lungo maltrattato la moglie ricoprendola continuamente di insulti, offendendola e umiliandola, ma, un giorno, l’aveva anche rinchiusa a chiave in un appartamento impedendole di uscire per oltre un’ora nonostante le sue richieste di aprire la porta e di lasciarla andare. Nel corso del processo, però, l’impianto accusatorio si è sgretolato e le accuse per le quali un 43enne era finito a giudizio, non hanno trovato alcun riscontro. Oggi 6 giugno, a distanza di sei anni dalla denuncia presentata dalla donna e dopo tre anni di processo, l’uomo è stato assolto. Le argomentazioni portate in aula dal suo difensore, l’avvocato Marzio Altana, sono state condivise dal giudice del tribunale di Sassari, Paolo Bulla, che lo ha assolto sia dall’accusa di maltrattamenti che da quella di sequestro di persona. La stessa sentenza era stata sollecitata anche dal pubblico ministero, Antonio Piras.

I fatti erano stati denunciati nel 2019. Stando alle accuse, mosso da gelosia, l’uomo l’avrebbe costretta a un regime di vita oppressivo e prevaricatorio, insultandola maltrattandola psicologicamente, vessandola e accusandola di avere relazioni extra coniugali. Nel marzo 2019, l’episodio del presunto sequestro di persona con la donna chiusa a chiave per oltre un’ora in un appartamento disabitato nella palazzina dove viveva la coppia. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale sono stati sentiti diversi testimoni del pm che non hanno, però, confermato le accuse. La stessa parte offesa, sentita in aula, aveva ridimensionato le contestazioni. Oggi la chiusura del processo con la sentenza di assoluzione. (t.s.)

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